Gole dell’Alcantara, cosa vi viene in mente? Se state pensando ad un viaggio in un luogo incredibile che sembra appartenere ad un altro pianeta, vi consiglio questa ulteriore tappa in Sicilia, dopo avervi accompagnato alla scoperta della Riserva dello Zingaro, dove esiste uno spettacolo plasmato dalla natura: le Gole dell’Alcantara. A dispetto di come si potrebbe pensare, queste incredibili gole non sono il risultato dell’incessante scorrere del fiume, ma sono state sono state formate dalle sue acque, che scendendo su enormi colate laviche raffreddate dalle attività vulcaniche della zona, creano queste forme particolari.
Gole dell’Alcantara, canyon naturale in Sicilia
Canyon naturale formato dalla solidificazione del magma eroso dal tempo e dalle acque del fiume Alcantara, le gole offrono uno spettacolo impressionante nella bellissima Sicilia. Si trovano nella Valle dell’Alcantara, tra i comuni di Castiglione di Sicilia e di Motta Camastra, nel punto dove termina la catena montuosa dei Peloritani (tra le province di Catania e Messina). Si tratta un territorio di 1928 ettari con gole alte fino a 25 metri e larghe dai due ai cinque metri. Il raffreddamento della lava nell’acqua del fiume ha scolpito rocce dalle forme sorprendentemente fantasiose e originali. Per tutelare questo incredibile territorio negli anni ’60 è stato fondato il Parco Botanico e Geologico dell’Alcantara che si estende nel Parco Fluviale dell’Alcantara.
Storia e origini delle Gole
L’Alcantara è un fiume della Sicilia che nasce a 1250 metri di altitudine e scorre, tra le pietre lavica, sul versante settentrionale dell’Etna, per sfociare nel Mar Ionio. Il suo nome viene da un ponte arabo vicino alla foce di Giardini-Naxos. Al qantarah, parola che in arabo significa ponte, ha dato il nome proprio al fiume. Le attività vulcaniche della regione hanno ripetutamente modellato il letto del fiume, che in estate vede il suo corso molto ridotto, e hanno scavato le impressionanti gole dell’Alcantara. Le pareti sono costituite da organi basaltici alti diverse decine di metri, e i sentieri sono molto stretti.
Negli ultimi due secoli, poi, la foresta indigena è stata ridotta e soppiantata dalla macchia. I platani (Platanus orientalis), le ginestre o le peonie sono ancora presenti. Accanto al fiume, arrivano i fiori con la primavera: una varietà molto grande e colorata, viole, papaveri, anemoni, mirti, rosa canina, fichi d’india, trementine, allori e orchidee sono molto comuni.
E la fauna?
La fauna è interessante anche con molti uccelli (come il falco pellegrino o l’hobbit) e piccoli mammiferi non presenti altrove come la martora, il ghiro e una specie di rana, tanto che una parte del fiume sia stata dichiarata Riserva Naturale.
Cosa vedere
L’itinerario di visita alle Gole dell’Alcantara prevede il passaggio al Parco Botanico e Geologico dove con l’aiuto di moderne installazioni multimediali, è possibile informarsi sulle origini del luogo. È arrivato, quindi, il momento di immergersi nella natura incontaminata del parco, seguendo il sentiero che conduce fino alla Sorgente di Venere lungo il corso del fiume.
Il Sentiero delle Gole
Sul territorio di Motta Camastra, in località Fondaco Motta, si trova la gola più imponente e famosa dell’Alcantara, lunga più di 6 km e percorribile facilmente per i primi 3 chilometri. All’inizio delle gole c’è una spiaggetta accessibile solo all’inizio della bella stagione, prima che l’acqua diventi troppo alta. Il Sentiero delle Golecosteggia la sponda sinistra del fiume e passa attraverso agrumeti e punti panoramici. Il trekking fluviale e il body rafting (solo nelle stagioni più calde) sono i modi più avventurosi per esplorare le Gole dell’Alcantara.
Il sentiero attraversa interessanti punti della valle dell’Alcantara, numerose sono le deviazioni che potete prendere dalla strada principale che vi permetteranno di personalizzare i percorsi, scegliendo differenti tratti da attraversare. Si parte dal Ponte di Mitogio costeggiando il fiume, da qui potete seguire il percorso che sale verso il monte Miramare o che costeggia le Gole di Larderia.
Lo sapevate che?
Dal 2017, sono stati creati due nuovi sentieri per poter scoprire le meravigliose gole dell’Alcantara: il primo è il Sentiero di Eleonora che inizia nel Parco Botanico e Geologico, dove le bellissime vedute sui canyon si susseguono per oltre 600 metri. Questo percorso comprende la discesa alla spiaggetta tramite ascensore. Il secondo è il Sentiero del Giardino Mediterraneo, che inizia dal Sentiero di Eleonora: attraversa un rigoglioso agrumeto siciliano, e porta fino ai bacini della fitodepurazione, dove si potrà imparare tutto sul sistema naturale di depurazione delle acque.
Il canyoning
Per i più coraggiosi e i meno freddolosi, è possibile percorrere una parte delle gole con il canyoning, equipaggiata con trampolieri o anche con una muta. Si cammina poi nel mezzo della gola stessa. Informatevi, però, e in anticipo, sul livello dell’acqua e sulle condizioni meteorologiche. E’ consigliato avventurarvi con una guida locale esperta. Il canyoning è, dunque, una delle attività altamente raccomandate da fare nelle gole dell’Alcantara. I percorsi per gli escursionisti sono molto interessanti, ma c’è anche la possibilità di fare tour ed escursioni organizzate da Taormina, Catania e altre città della Sicilia.
Altre escursioni
Piccole Gole dell’Alcantara;
Sentiero del Castello di Calatabiano;
Sentiero Castiglione di Sicilia;
Rive dell’Alcantara;
Sentiero Gole di Larderia;
Sentiero Montagna Grande.
Consigli utili
Per accedere all’ingresso ed entrare nella gola, si consiglia di indossare stivali di gomma, che potrete anche noleggiare sul posto. L’acqua delle gole è gelida e il fondo del fiume è cosparso di rocce sporgenti.
Come arrivare alle gole dell’Alcantara?
Le gole dell’Alcantara si trovano a 13 km da Giardini, località balneare della Sicilia nord-orientale. Ecco l’itinerario da seguire in auto: da Taormina, andare fino alla località balneare di Giardini. All’uscita di Giardini, prendere la strada statale SS185 in direzione Francavilla di Sicilia. Sulla SS185 si attraversa il piccolo villaggio di Gaggi. L’ingresso della gola si trova a 5 chilometri dal villaggio. Per i visitatori c’è a disposizione un parcheggio gratuito, oltre a servizi di ristorazione e aree picnic.
Da Messina potrete percorrere la SS n.114 e deviare verso i Giardini Naxos in direzione Francavilla di Sicilia. Da lì, troverete le indicazioni per le gole di Alcantara. Da Catania, poi, imboccate l’autostrada in direzione Messina e uscite Giardini Naxos. Proseguite verso Francavilla di Sicilia e troverete l’ingresso ai Giardini di Naxos.
Ambienti incontaminati e scenari mozzafiato, tradizioni da scoprire, luoghi da visitare.
La Sicilia ha il richiamo del mare, il fascino dei miti antichi, il profumo dei sogni, le forme dell’accoglienza, la bellezza delle persone.
La Sicilia è un’isola complessa, ma puoi percepirne il segreto tutte le volte che ti meravigli, che ti accorgi di un dettaglio, che impari una parola nuova, che guardi una piazza, che osservi le meraviglie della natura, che fai entrare la luce negli occhi guardando il mare…
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
La Riserva dello Zingaro è un’area naturale protetta, in provincia di Trapani, affacciata sul mar Tirreno, che ogni anno attira oltre 300.000 visitatori. Un paradiso naturale incontaminato, di roccia e acqua, che qui assume tutti i colori dell’azzurro nonché meta ideale per gli amanti del trekking. Nel tratto di costa che va da San Vito Lo Capo a Castellammare del Golfo, sette chilometri di natura intatta dove vivono e nidificano i rapaci, si estende la Riserva Naturale dello Zingaro, una delle più famose d’Italia; chi desidera immergersi in una natura senza tempo, dove passato e presente si fondono armoniosamente, non potrà fare a meno di visitarla. Gli antichi greci e i latini la chiamavano Cetaria per l’abbondanza dei tonni che si incontravano nelle sue acque.
La riserva dello Zingaro, paradiso naturale in Sicilia
Poche storie parlano dell‘amore a lieto fine degli uomini per la propria terra come quella che, il 6 maggio del 1981, si concluse con l’istituzione della Riserva naturale orientata dello Zingaro, la prima area naturale protetta della Sicilia. Fu per scongiurare la costruzione della strada litoranea di collegamento tra le due località di Scopello e San Vito Lo Capo, infatti, che il 18 maggio del 1980, duemila ambientalisti marciarono tenendosi per mano impedendo così la cementificazione di questo tratto di costa siciliana e proteggendo (ndr, si spera per sempre) uno degli ecosistemi naturali più ricchi del Mediterraneo. Raccontare la bellezza della Riserva naturale dello Zingaro, non è un compito facile. Piccole baie pavimentate da candidi ciottoli, mare che durante il giorno si tinge di inattesi toni di verde e di azzurro, scogli appuntiti che separano le diverse spiaggette, macchia mediterranea che sembra tuffarsi nel mare e antiche case coloniche costruite sulla roccia. Un mix di natura e discreta presenza dell’uomo. Le calette si susseguono mischiandosi a profumi e a colori ineguagliabili, sfoderando tutto il loro fascino.
Alla scoperta …
Dunque, se avete voglia di addentrarvi in una natura pura, vivendo un’avventura fuori dalla modernità a contatto con gli elementi primari, acqua e terra, non vi resta che raggiungere questo tratto di costa baciato dal sole. E’ un susseguirsi di spiagge e calette da sogno, tra le più belle della Sicilia. Percorrere la riserva dello Zingaro significa scoprire sette chilometri (o anche di più) di natura sublime e straordinaria, una costa rocciosa intervallata da numerose calette, ammirare la natura riarsa da sole, fatta di ginestre, palme nane e timo selvatico. Rocce calcaree a strapiombo su un mare limpido e turchese, piccole insenature e spiagge di ciottoli bianchi, anfratti e grotte abitate fin dal Paleolitico superiore, come l’importante sito preistorico della grotta dell’Uzzo.
Cosa e come visitare
La riserva si visita solo a piedi e in barca, nulla deve disturbare la quarantina di specie di uccelli che qui nidificano, tra cui l’Aquila del Bonelli, la Poiana, il Nibbio, il Gheppio e la fauna endemica. Solo chi avrà la pazienza di attraversare interamente questo habitat unico farà un’esperienza davvero indimenticabile. Molti, purtroppo, non utilizzano un adeguato abbigliamento, soprattutto, scarpe chiuse e comode credendo di recarsi in una qualsiasi località balneare. Infatti, qui, è vietato l’ingresso in riserva con calzature inadeguate (infradito, ciabatte, scarpe con zeppe etc). Non è possibile, inoltre, portare al seguito sedie, sdraio, lettini, ombrelloni, natanti gonfiabili etc. Troverete rifugi e bivacchi per soste e pernottamenti se decidete di dormire nella riserva.
I musei e la Tonnara
Tra un bagno e l’altro, approfittando anche del minore flusso turistico che sta vivendo la riserva dal 2017 come diretta conseguenza (o almeno così raccontano gli operatori locali) della chiusura della base aerea della compagnia low cost Ryanair all’aeroporto di Trapani, ci si può trattenere qualche ora in più e visitare, oltre al Centro di educazione ambientale, anche i cinque musei dedicati a varie tematiche, dalla pesca del tonno rosso al Museo delle attività marinare, alla lavorazione del grano al Museo della civiltà contadina e dall’arte d’intrecciare la giummara (la palma nana simbolo dello Zingaro) e le altre fibre vegetali al Museo dell’intreccio fino all’antico utilizzo della manna al Museo della manna, appunto.
E infine, la fauna e la flora al Museo naturalistico dove, tra le altre curiosità in mostra, si scopre che proprio nei cieli dello Zingaro, insieme ai numerosi rapaci. Ma birdwatching a parte, la vera e indiscussa star della riserva, e più in generale della costa occidentale siciliana, rimane la Tonnara di Scopello. Scelta come location cinematografica di Ocean’s Twelwe e Il Commissario Montalbano, quest’antica costruzione adibita alla pesca dei tonni, in funzione dal Settecento e fino agli anni Ottanta del Novecento e oggi adibita a museo, infatti, offre un’incomparabile scenografia naturale incastonata com’è tra gli alti faraglioni che spuntano maestosi dall’acqua.
Le Sirene di Acquamarine
A rendere ancora più magica la bellezza dello Zingaro, da maggio a ottobre ci pensanoAquamarine Sea Passion Sicilye Sirenes Mermaid Lifestyle, due nuove realtà di Trapani, ma nate a Castellamare del Golfo, che propongono un turismo etico con iniziative e attività legate al mare, come il tour sirene alla Riserva dello Zingaro e alle isole Egadi oltre le escursioni in barca a vela tra le isole. Tra i gazebi in fila nel porto turistico della cittadina siciliana, la loro proposta non passa di certo inosservata perché, ad accogliere i clienti sulla banchina, ci sono niente di meno che due “sirene”.
E tanto altro…
Oltre alle lezioni di yoga, danza Gypsy, Sufi e Bollywood e alle uscite di biosnorkeling, lo snorkeling guidato fatto con pinne, maschera e boccaglio per imparare a conoscere, riconoscere e apprezzare le molteplici forme di vita che popolano l’ambiente marino; infatti, la fondatrice e istruttrice Maya propone corsi di mermaiding, la disciplina acquatica (riconosciuta prima dalla FIAS, e oggi dalla ISDA) che riproduce il nuoto delle sirene. Con indosso una leggera guaina che racchiude il corpo dai fianchi ai piedi, a loro volta inseriti in una monopinna flessibile, nelle stesse acque siciliane che, da Omero a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, hanno fatto vivere il mito delle fantastiche creature incantatrici, gli adulti e i bambini si muovono fluidi nel mare alternando il nuoto, l’apnea e le risalite. Difficile? Per iniziare basta un po’ di acquaticità e i risultati sono incoraggianti, senza contare lo stupore degli sguardi attoniti dei bagnanti quando vedono arrivare dal mare delle vere e proprie sirene…
Grotte marine e terrestri: un mondo da scoprire
Notevole importanza rivestono le grotte nella Riserva Naturale dello Zingaro. Un’esperienza unica per coloro che vogliono immergersi in questi posti unici ed abbracciarli con i propri sensi, ma attenzione, mai senza la guida di un esperto speleologo.
Le grotte rappresentano un aspetto del “Carsismo”, termine che rimanda a tutto un insieme di attività che l’uomo per studio, ricerca e “socializzazione” svolge e in cui entrano in gioco tante discipline che si intersecano e si aiutano a vicenda, per comprendere i fenomeni e le potenzialità del binomio acqua/roccia che è l’artefice principale del carsismo.
Spiagge, e che spiagge…
Quali sono le spiagge più belle della Riserva dello Zingaro? La prima spiaggia che si incontra, venendo da San Vito lo Capo, all’ingresso del lato nord della Riserva, è Cala Tonnarello dell’Uzzo: la più grande ed anche la più frequentata, in estate. Premiata in passato dai turisti, in un sondaggio fatto da Skyscanner, il motore di ricerca internazionale di voli, si raggiunge in pochi minuti a piedi partendo dalla biglietteria. Se, invece, avete voglia di camminare o volete trovare una caletta meno affollata e godervi i gli angoli più nascosti di questa meravigliosa costa, non dovete fare altro che raggiungere altre selvagge calette: ecco quali.
Cala dell’Uzzo
Cala dell’Uzzo è una deliziosa caletta a 2 Km dall’ingresso Nord della Riserva. È caratterizzata da ghiaia bianca ed è vicinissima alla grotta dell’Uzzo che le dà il nome. Nelle vicinanze non perdete una visita al Museo della civiltà contadina. La spiaggia è facile da raggiungere e ben segnalata;
Cala Marinella
Cala Marinella si trova a circa 3,5 km di cammino dall’ingresso Nord di San Vito lo Capo. Qui, non troverete sabbia e ghiaia, ma solo scogli che rendono l’acqua più limpida che altrove, motivo per cui è il paradiso per lo snorkeling;
Cala Berretta
Cala Berretta si trova al centro della Riserva dello Zingaro e può essere raggiunta in egual modo sia dall’ingresso Nord che da quello Sud. Ad attendervi dopo la lunga passeggiata una spiaggia quasi deserta ed incontaminata che vi ripagherà della fatica;
Cala della Disa
Si trova a circa 3,5 km dai due ingressi Nord e Sud ed è caratterizzata da ciottoli bianchi che degradano verso acque turchesi. La spiaggia è formata da due piccole insenature divise da pareti rocciose;
Cala del Varo
A 2 km dall’ingresso Sud, Cala del Varo è raggiungibile esclusivamente via mare dai due ingressi Nord e Sud.
Cala Capreria
Cala Capreria è la prima caletta che si raggiunge dall’ingresso sul Sud, sul lato Scopello – Castellammare del Golfo. Per arrivarci dovrete percorrere un sentiero di 1,4 km. Nelle vicinanze della spiaggia troverete anche il Museo naturalistico.
Trekking e i sentieri
Oggi, per esplorare la riserva via terra, si può solo camminare. Il paradiso ideale di chi ama le lunghe passeggiate e i sentieri. Sono tre i percorsi, tutti ben segnalati e percorribili con ai piedi gli scarponcini da trekking e una buona dose d’acqua potabile, che vi permetteranno di scoprire spiagge, grotte e musei: ecco quali.
Sentiero Costiero
È il più semplice ed è lungo 7 km percorribili in circa due ore di cammino immersi in un paesaggio da cartolina;
Sentiero presso Cala Marinella
È il sentiero più impegnativo lungo 17 km da percorrere in sette ore di cammino che da nord a sud passa per Monte Passo del Lupo, Monte Speziale e Monte Scardina;
Percorso di mezza costa
È di difficoltà media ed è lungo 8,5 km che potrete percorrere in 4 ore e mezza. È la strada più panoramica che vi farà conoscere l’eterogeneità del territorio. Potrete raggiungere ancheBorgo Cusenza e Contrada Sughero dove troverete dei rifugi. A questo link trovate la cartina con i sentieri della Riserva, di seguito la mappa per raggiungerla.
Borgo Cusenza, il cuore dello “Zingaro”
Proseguite attraverso lo Zingaro, dal sentiero di mezza costa, e continuate, per altri 2 km, in salita. Ora, allungate lo sguardo. A darvi il benvenuto nella macchia mediterranea è il Borgo Cusenza, un viottolo giallo di margherite, i pini di aleppo e i fichi d’india, brulicante di vita, benché non sia più abitato. Un agglomerato rurale aggrappato alla montagna, spalancato al mare e accolto dentro una valle, culla di un popolo antico e sapiente, libero dalle contaminazioni dei borghi vicini. Pare, infatti, che la gente del Borgo Cusenza, il cui nome originario era Bagghiu di l’Acci, per il vicino Monte Acci, fosse completamente autosufficiente e che si recasse alla contrada Sughero, distante circa 3 chilometri, soltanto per scambi di attrezzi di lavoro e manodopere varie.
E’ un borgo scelto da molti visitatori, definito uno dei più belli della Sicilia, un insediamento rurale di una bellezza eterea, uno spaccato di vita contadina del secolo scorso. Lo riparano i venti e lo illumina lo splendore del mare attorno. Muretti in pietra, un pergolato, cespugli di rosmarino, casette di pietre e tegole si abbracciano rimanendo vicine vicine, il silenzio rispettoso dello scorrere del tempo che si ferma lì, quasi chiedendo anche a noi di muoverci più lenti, molto più lenti. Si viene letteralmente travolti dalla magnificenza di una natura pulita e tersa, e da una storia antica. La storia di una comunità che va a braccetto con il ritmo delle stagioni e ne fa il suo calendario.
La vita nel Borgo Cusenza
Le abitazioni sono ben tenute, alcune camere visitabili. I pavimenti in lastre, venuti alla luce durante gli interventi di manutenzione, sono puliti e sistemati. Oggetti e mobili ricostruiscono dettagliatamente l’idea della quotidianità rurale del secolo scorso che, inevitabilmente ruotava attorno al lavoro dei campi. Si coltivavano cereali, e fino ai primi del ‘900, le circa 14 famiglie che vi vivevano, avevano perfino una cantina per la produzione del vino.
Come arrivare alla Riserva
L’ingresso alla Riserva dello Zingaro ha un costo di 5 euro. Oltre al biglietto d’ingresso, vi daranno anche una mappa che mostra i diversi sentieri e i luoghi di interesse dello Zingaro, come le insenature e i piccoli musei situati lungo il percorso. Per arrivare alla Riserva da Scopello, in auto, dovrete prendere l’Autostrada A29 Palermo – Mazara del Vallo, imboccare lo svincolo per Castellammare del Golfo, quindi proseguire sulla Strada Statale 187 in direzione Trapani. Seguite le indicazioni per Scopello, fino a raggiungere la costa. Per accedere alla Riserva da Nord, dovete imboccare la Strada Statale 187 fino al bivio per San Vito Lo Capo e, quindi, proseguire in direzione Villaggio Calampiso – Riserva Zingaro.
Da Trapani, ci vorranno circa 55 minuti in auto per raggiungere l’ingresso meridionale della riserva dello Zingaro, da Scopello. Da Palermo, invece, ci vorrà 1 h e30 per raggiungere l’ingresso a Sud della riserva naturale.
Oppure, con volo EasyJet da Milano Malpensa a Palermo e poi in auto a noleggio fino a Castellammare del Golfo.
Via mare, infine, potete noleggiare una barca per visitare lo Zingaro, prenotandone una con Samboat. Motoscafi, barche a vela, yacht, piccole imbarcazioni senza patente, con o senza skipper: semplicemente troverete l’offerta più adatta alle vostre esigenze.
Dove dormire
Hôtel Punta Nord Est, a Castellammare del Golfo, proprio di fronte alla spiaggia dorata, mettete un piede fuori e sarete già in acqua. Camera doppia ampia e luminosa a partire da 60€ a notte, colazione inclusa. Ciò che mi è piaciuto: la piscina, l’accesso ad una baia privata, una magnifica vista dalle camere, oltre ad un incredibile rapporto in termini di qualità-prezzo;
Villa Anna, a dieci minuti in auto da Scopello e a 5 minuti dalla spiaggia di Guidaloca. Camera doppia moderna e luminosa a partire da 60€ a notte, colazione inclusa. Punti di forza: la posizione vicina a Scopello e alla riserva naturale dello Zingaro, la tranquillità del luogo, la reception, le camere con terrazza privata, il parcheggio privato gratuito e soprattutto l’ottima e abbondante colazione con torte fatte in casa. La migliore scelta per il suo ottimo rapporto in termini di qualità-prezzo;
B&B Selene, a San Vito, e a 100 metri dalla spiaggia. Camera doppia spaziosa e luminosa a partire da 120€ a notte, colazione inclusa. Apprezzabile la tranquillità, la terrazza per fare colazione, l’idromassaggio, il comfort delle camere e la vista. È il mio preferito a San Vito Lo Capo per il suo ottimo rapporto qualità-prezzo.
Dove mangiare
– Ristorante Posidonia, a Castellammare del Golfo (Tp). Sul porto turistico di Castellammare del Golfo, il trionfo della cucina siciliana della tradizione, dal cous cous alle ottime busiate (un tipo di pasta tipico della Sicilia);
– Tha’am,a San Vito Lo Capo (Tp). Il “re” del cous cous, a 200 metri dalla spiaggia di sabbia bianca di San Vito Lo Capo, serve un interessante mix di cucina siciliana e araba;
– L’amo, a Castellammare del Golfo (Tp). Ricavato in un vecchio rimessaggio per le barche, questo locale è il place to be (ndr, posto per stare) per concedersi un aperitivo alla fine di una giornata in mare;
– Ristorante La Tavernetta, a Scopello, certamente il miglior di tutto il Golfo: l’eccellenza e il gusto dell’esclusività a tavola. Ricerca, fascino e raffinatezza con una storia di oltre 50 anni.
Cosa vedere nei dintorni dello Zingaro?
Dopo l’escursione nella riserva o durante i giorni successivi, cosa vedere nei dintorni dello Zingaro? Sulla via del ritorno (se siete entrati nella riserva dall’ingresso sud), passerete da Scopello: un piccolo villaggio, ma decisamente delizioso. Scopello è anche famosa per la “spiaggia La Tonnara”, situata proprio sotto il paese. Gli antichi edifici della tonnara, le grandi rocce (i faraglioni) e le acque cristalline rendono questo posto davvero meraviglioso. Dato che La Tonnara è una spiaggia privata, dovrete pagare un piccolo biglietto d’ingresso per godervela. Se state cercando una spiaggia libera, invece, vi consiglio di andare alla volta della spiaggia di Guidaloca, situata vicino a Scopello. Gli amanti dei dolci dovrebbero seriamente provare la pasticceria Scopello, situata sulla piazza principale. I dolci fatti in casa e la granita al limone sono una vera delizia.
San Vito Lo Capo è la città più vicina all’ingresso nord dello Zingaro. È una località balneare molto turistica in Sicilia, tant’è che i turisti italiani amano davvero andarci. La città è particolarmente famosa per la sua enorme e sorvegliata spiaggia di sabbia con le sue acque poco profonde, sebbene decisamente affollata, soprattutto durante l’alta stagione.
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La riserva naturale di Monte Cofano si trova a 30 minuti in auto da San Vito Lo Capo e, se avete apprezzato la vostra escursione nella riserva naturale dello Zingaro, adorerete sicuramente anche questa tappa. Nella riserva, potrete scegliere tra 2 percorsi:
Il sentiero sul mare: Il paesaggio è molto diverso da quello dello Zingaro, ma è altrettanto bello. La passeggiata è semplice da svolgere e ha una durata di circa 3 ore andata e ritorno;
Il sentiero che porta sulla cima del Monte Cofano: in questo caso vi imbatterete in alcuni passaggi difficili, dove dovrete fare un po’ di arrampicata sulla roccia.
In Sicilia i colori non si limitano a finire negli occhi, ti entrano dentro le vene e le ossa.
Cosa sarebbe l’Italia senza la Sicilia? È in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra. Quegli odori di alga seccata al sole, di capperi e di fichi maturi non li ho ritrovati mai da nessuna parte; quelle coste arse e profumate, quei marosi ribollenti, quei gelsomini che si sfaldano al sole…
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
Il sentiero degli Dei: un’avventura davvero unica nel suo genere. Il luogo conserva ancora tutto il suo fascino e ha ispirato poeti e letterati. Italo Calvino ha descritto il Sentiero degli Dei come “quella strada sospesa sul magico golfo delle “Sirene” solcato ancora oggi dalla memoria e dal mito”.
Ed è proprio con questa frase impressa su una targa in ceramica che inizia il percorso lungo i Monti Lattari, che vi farà innamorare di questo tratto di cinquanta chilometri di costa a sud della Penisola Sorrentina: un indiscusso orgoglio per l’intera Costiera Amalfitana.Si chiama così perché secondo la leggenda qui passarono le divinità greche per salvare Ulisse dalle sirene che si trovavano sull’isola de Li Galli.
Il sentiero degli Dei, a piedi sul paradiso
Il percorso “divino” collega Agerola, un paesino sulle colline della Costiera Amalfitana, a Nocelle, frazione di Positano abbarbicata alle pendici del Monte Pertuso, è lungo 7,8 km e si percorre in circa 3 ore di cammino. È stato per secoli l’unica strada che collegava i borghi della Costiera Amalfitana, in provincia di Salerno.
Già dal nome si può intuire la spettacolarità del sentiero: percorretelo nella direzione che va da Agerola a Nocelle in modo da camminare in leggera discesa e avere davanti il panorama della Costiera Amalfitana e di Capri.
Lasciatevi trasportare dalla fantasia, provando a sentire il rumore della nave di Ulisse che solca le acque azzurre del Tirreno e giunge verso la Costiera Amalfitana. Solo l’odore della vegetazione, così forte e penetrante, può solleticare la mente e distoglierla dalla visione mitologica.
In questo luogo sono stati trovati molti fossili marini e nelle grotte si avverte tutto il fascino primordiale della vita. Una di queste, la Grotta del Biscotto, ha delle case secolari. I tratti di belvedere e il bosco si inseguono e lasciano spazio ai contadini che percorrono quello che non è solo un itinerario turistico, ma la via più breve che collega le frazioni. Soprattutto in estate, è facile vederli accompagnati da muli carichi di frutti e ogni bontà offerta dalla terra fertile.
Un percorso da “leggenda”…
Percorrendo il percorso, trovate anche delle sorgenti di acqua fresca e potabile e, quando la fatica inizia a farsi sentire, ecco che il borgo di Nocelle è pronto ad accogliere i viandanti. Da qui, si vede benissimo l’isola Li Galli, dove le Sirene usavano il canto per trarre in inganno i marinai. Solo Ulisse riuscì ad attraversare indenne il tratto di mare perché si era fatto legare all’albero della nave dalla maga Circe.
Dopo una sosta a Fontana Vecchia di Monte Pertuso, il viaggio prosegue verso Positano e i famosi 1700 gradini. A Monte Pertuso (352 metri di altezza) si narra che sia stata disputata una battaglia tra la Madonna e Lucifero, anche le tracce di quella lotta sono impresse nella roccia che presenta un “pertuso”. In dialetto questo termine significa buco e pare che sia stata la Madonna ad affondare le dita nel cuore della roccia. In realtà, si tratta di un fenomeno di erosione, già visto in altre zone della Costiera Amalfitana, che ha modellato le rocce come fossero sculture di pietra.
In cammino sul sentiero degli Dei
Da Bomerano, frazione di Agerola, parte il sentiero a picco sul mare contrassegnato da segnali in bianco e rosso con la scritta 02. Da Colle Serra, il sentiero diventa più tortuoso, si percorre un primo tratto in discesa fino a raggiungere una fontana. Sulla sinistra troverete la mulattiera che sale da Praiano, mentre sulla destra si prosegue per il Sentiero degli Dei. In basso, noterete il Convento di San Domenico, che invece si trova sulla strada quando si sale da Praiano. Per raggiungere Nocelle ci sono due possibili sentieri da seguire, tra numerosi saliscendi immersi nella macchia mediterranea che regalano panorami spettacolari a picco sulla costa.
I percorsi
Due gli itinerari che dividono il Sentiero degli Dei in “alto” e “basso”. Il sentiero alto parte dai 633 metri di Bomerano e si conclude salendo i 659 metri di Santa Maria Del Castello: è leggermente più difficile perché, come dice il nome, si sale in altezza.
Il sentiero basso è quello che attraversa Nocelle, e molti turisti meno allenati scelgono di percorrere proprio questo che, personalmente, ho trovato anche più suggestivo. È reso più interessante anche dalla presenza di luoghi particolari tra cui il Colle Serra su cui è stata posta una stele di roccia dove è impressa una epigrafe in memoria di Ettore Paduano, escursionista che ha scoperto il percorso e ha dedicato anima e corpo al Sentiero degli Dei. Da questo punto in poi, si estende la vallata che conduce a Praiano tra eriche e corbezzoli.
Lungo il Cammino degli Dei troverete delle comode panche in legno che servono per riposarsi e per osservare i punti strategici della costiera come i Faraglioni dell’isola di Capri, Punta Penna, l’isola Li Galli, il Monte San Costanzo, la catena dei Monti Lattari e il Monte Comune. Tra salite e discese si arriva al Monte Sant’Angelo a tre punte (tre Pizzi) dove si vede in lontananza la meta tanto desiderata: Positano. Una sorta di “piccola Pompei”, che brulica di vita, dal verde dei Monti Lattari che la incoronano fino al bianco, al rosa e al giallo delle sue case mediterranee, il grigio argento delle spiagge di ciottoli e, infine, il blu del suo mare.
Le spiagge di Positano
Quella ‘Grande’ è il cuore marinaro del paese: con i suoi 300 metri di lunghezza è una delle più ampie della Costiera Amalfitana oltre ad essere una delle più mondane, frequentata com’è da artisti, attori e dal jet-set internazionale.
Per chi invece avesse voglia di un bagno più riservato c’è la spiaggia di Fornillo, raggiungibile con un sentiero che parte dalla Spiaggia Grande costeggiando il mare e le torri saracene di avvistamento, come la famosa Torre di Trasita.
Al largo di Positano i tre isolotti de Li Galli furono detti “le Sirenuse” per le leggende che li circondavano come rifugio delle sirene incantatrici. Nel secolo scorso furono scelti come buen retiro da artisti come il coreografo Leonide Massine e il grande ballerino Rudolf Nureyev, che nella villa sull’isola più grande trascorse gli ultimi anni della sua vita. Oggi ospitano una villa privata.
Il trekking continua
Si continua, poi, sul sentiero che porta all’Oasi del Vallone Porto, un luogo da fiaba ricco di cascate, animali e piante rare, dove si trova una cascata e il canyon. Un’infinita serie di gradini, oppure una strada carrabile che si arrampica lungo la collina, uniscono il paese a Montepertuso, la località sui Monti Lattari che sorge tra Positano e il cielo. Un autentico buco nella montagna che tradizione vuole sia stato creato dall’impronta del dito della Vergine. Il 2 luglio, nella chiesa della Madonna delle Grazie, si svolge una delle feste religiose più spettacolari della Costiera Amalfitana.
Ecco che si arriva al borgo di Nocelle che si trova nella parte alta di Positano. In antichità la frazione di Nocelle era raggiungibile solo a piedi attraverso una scalinata ripida di 1500 gradini, potrete decidere se percorrerli oppure usufruire del servizio autobus che vi porterà a Positano. In estate, poi, vale la pena di affrontare altri 300 scalini per scendere sulla spiaggiadi Arienzoe concedersi un bagno rinfrescante. Da Arienzo, seguendo la SS 163 per circa 1 chilometro, sarete al centro di Positano.
Come arrivare con i mezzi pubblici
Il sentiero si raggiunge con i mezzi pubblici: le corse dei pullman Sita partono da Napoli, da Amalfi e da Castellamare di Stabia. La manutenzione del sentiero è affidata ai volontari CAI e alle associazioni locali che organizzano passeggiate e trekking alla scoperta di questo angolo di paradiso. Il Sentiero degli Dei comincia da Bomerano, frazione di Agerola. Per raggiungere Agerola ci sono gli autobus che partono da Amalfi, chiedete all’autista di indicarvi la fermata Bomerano. Da lì, seguite la segnaletica stradale che vi porterà all’imbocco del sentiero. Partendo da Positano: autobus fino ad Amalfi+autobus Amalfi-Agerola (2 ore). Se partite da Sorrento: autobus fino ad Amalfi via Positano+autobus Amalfi-Agerola (3 ore). Il sentiero termina a Nocelle, nella parte alta di Positano. Si può raggiungere il centro tramite una lunga scalinata (1500 gradini) e circa 500 metri a piedi. In alternativa c’è il servizio autobus. Da Positano ci sono autobus e traghetti per tornare a Sorrento e Amalfi.
Agerola
E’ famosa per il fiordilatte, un particolare tipo di mozzarella fresca. Se invece preferite un pasto più sostanzioso, una volta superato il borgo di Nocelle, proseguite per circa 1 chilometro lungo la strada rotabile, di recente costruzione, fino a raggiungere il ristorante La Tagliata, dove pranzare su una terrazza con vista sul mare e su Capri.
Escursioni: alcuni consigli utili
Vi sono molti operatori turistici che mettono a disposizione delle guide esperte per scoprire i segreti del Sentiero degli Dei. La durata è di 4 ore e 30 minuti circa per un totale di 10 chilometri. Il Sentiero degli Dei, inoltre, offre la possibilità di fare altre escursioni alternative, fuori dal solito tracciato. Non si parte da Agerola, ma da Vettica Maggiore, una località poco distante, e attraverso una scala poco faticosa in circa mezz’ora si arriva a San Domenico, un complesso religioso situato a 400 metri di altezza. Dopo aver visitato la chiesa di Santa Maria a Castro e il convento domenicano del XVI secolo si riparte attraverso lecci e macchia mediterranea.
Ad un certo punto il percorso alternativo si intreccia con quello “ufficiale” del Sentiero degli Dei che porta nel piccolo bordo di Nocelle dove abitano solo 150 persone e c’è un solo ristorante che offre un ottimo menù a base di piatti locali.
Chi soffre di vertigini dovrebbe evitare di fare il percorso perché si sale di quota: Positano è l’unico paese al mondo che è stato concepito su un asse verticale in quanto la conformazione rocciosa non ha consentito lo sviluppo orizzontale.
Dove Alloggiare
In Costiera Amalfitana ci sono tantissime strutture ricettive di buon livello e per tutte le esigenze. Sia nei comuni più famosi (Amalfi, Positano e Ravello) che in quelli limitrofi è possibile prenotare a prezzi accessibili in tutte le stagioni.
La costiera amalfitana non è solo un luogo, ma uno stato d’animo che ti si tatua nella memoria E’ limoni e aranceti, scogliere frastagliate e spiaggette solitarie, borghi di pescatori color pastello e case incastrate tra la roccia, monasteri medievali e terrazze.
Positano è rimasta intatta: un imbuto a strapiombo sul mare che affastella disordinatamente gli archi delle case moresche, il verde della bouganvillea, le tortuose e ripide scalinatelle in un labirinto inestricabile, il profumo di mare e infinito.
Si fanno più viaggi girando per i viottoli di Amalfi che visitando intere nazioni…
Qui dove il mare luccica E tira forte il vento Su una vecchia terrazza Davanti al Golfo di Surriento. (Lucio Dalla)
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
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