La Riserva dello Zingaro è un’area naturale protetta, in provincia di Trapani, affacciata sul mar Tirreno, che ogni anno attira oltre 300.000 visitatori. Un paradiso naturale incontaminato, di roccia e acqua, che qui assume tutti i colori dell’azzurro nonché meta ideale per gli amanti del trekking. Nel tratto di costa che va da San Vito Lo Capo a Castellammare del Golfo, sette chilometri di natura intatta dove vivono e nidificano i rapaci, si estende la Riserva Naturale dello Zingaro, una delle più famose d’Italia; chi desidera immergersi in una natura senza tempo, dove passato e presente si fondono armoniosamente, non potrà fare a meno di visitarla. Gli antichi greci e i latini la chiamavano Cetaria per l’abbondanza dei tonni che si incontravano nelle sue acque.
La riserva dello Zingaro, paradiso naturale in Sicilia
Poche storie parlano dell‘amore a lieto fine degli uomini per la propria terra come quella che, il 6 maggio del 1981, si concluse con l’istituzione della Riserva naturale orientata dello Zingaro, la prima area naturale protetta della Sicilia. Fu per scongiurare la costruzione della strada litoranea di collegamento tra le due località di Scopello e San Vito Lo Capo, infatti, che il 18 maggio del 1980, duemila ambientalisti marciarono tenendosi per mano impedendo così la cementificazione di questo tratto di costa siciliana e proteggendo (ndr, si spera per sempre) uno degli ecosistemi naturali più ricchi del Mediterraneo. Raccontare la bellezza della Riserva naturale dello Zingaro, non è un compito facile. Piccole baie pavimentate da candidi ciottoli, mare che durante il giorno si tinge di inattesi toni di verde e di azzurro, scogli appuntiti che separano le diverse spiaggette, macchia mediterranea che sembra tuffarsi nel mare e antiche case coloniche costruite sulla roccia. Un mix di natura e discreta presenza dell’uomo. Le calette si susseguono mischiandosi a profumi e a colori ineguagliabili, sfoderando tutto il loro fascino.
Alla scoperta …
Dunque, se avete voglia di addentrarvi in una natura pura, vivendo un’avventura fuori dalla modernità a contatto con gli elementi primari, acqua e terra, non vi resta che raggiungere questo tratto di costa baciato dal sole. E’ un susseguirsi di spiagge e calette da sogno, tra le più belle della Sicilia. Percorrere la riserva dello Zingaro significa scoprire sette chilometri (o anche di più) di natura sublime e straordinaria, una costa rocciosa intervallata da numerose calette, ammirare la natura riarsa da sole, fatta di ginestre, palme nane e timo selvatico. Rocce calcaree a strapiombo su un mare limpido e turchese, piccole insenature e spiagge di ciottoli bianchi, anfratti e grotte abitate fin dal Paleolitico superiore, come l’importante sito preistorico della grotta dell’Uzzo.
Cosa e come visitare
La riserva si visita solo a piedi e in barca, nulla deve disturbare la quarantina di specie di uccelli che qui nidificano, tra cui l’Aquila del Bonelli, la Poiana, il Nibbio, il Gheppio e la fauna endemica. Solo chi avrà la pazienza di attraversare interamente questo habitat unico farà un’esperienza davvero indimenticabile. Molti, purtroppo, non utilizzano un adeguato abbigliamento, soprattutto, scarpe chiuse e comode credendo di recarsi in una qualsiasi località balneare. Infatti, qui, è vietato l’ingresso in riserva con calzature inadeguate (infradito, ciabatte, scarpe con zeppe etc). Non è possibile, inoltre, portare al seguito sedie, sdraio, lettini, ombrelloni, natanti gonfiabili etc. Troverete rifugi e bivacchi per soste e pernottamenti se decidete di dormire nella riserva.
I musei e la Tonnara
Tra un bagno e l’altro, approfittando anche del minore flusso turistico che sta vivendo la riserva dal 2017 come diretta conseguenza (o almeno così raccontano gli operatori locali) della chiusura della base aerea della compagnia low cost Ryanair all’aeroporto di Trapani, ci si può trattenere qualche ora in più e visitare, oltre al Centro di educazione ambientale, anche i cinque musei dedicati a varie tematiche, dalla pesca del tonno rosso al Museo delle attività marinare, alla lavorazione del grano al Museo della civiltà contadina e dall’arte d’intrecciare la giummara (la palma nana simbolo dello Zingaro) e le altre fibre vegetali al Museo dell’intreccio fino all’antico utilizzo della manna al Museo della manna, appunto.
E infine, la fauna e la flora al Museo naturalistico dove, tra le altre curiosità in mostra, si scopre che proprio nei cieli dello Zingaro, insieme ai numerosi rapaci. Ma birdwatching a parte, la vera e indiscussa star della riserva, e più in generale della costa occidentale siciliana, rimane la Tonnara di Scopello. Scelta come location cinematografica di Ocean’s Twelwe e Il Commissario Montalbano, quest’antica costruzione adibita alla pesca dei tonni, in funzione dal Settecento e fino agli anni Ottanta del Novecento e oggi adibita a museo, infatti, offre un’incomparabile scenografia naturale incastonata com’è tra gli alti faraglioni che spuntano maestosi dall’acqua.
Le Sirene di Acquamarine
A rendere ancora più magica la bellezza dello Zingaro, da maggio a ottobre ci pensanoAquamarine Sea Passion Sicilye Sirenes Mermaid Lifestyle, due nuove realtà di Trapani, ma nate a Castellamare del Golfo, che propongono un turismo etico con iniziative e attività legate al mare, come il tour sirene alla Riserva dello Zingaro e alle isole Egadi oltre le escursioni in barca a vela tra le isole. Tra i gazebi in fila nel porto turistico della cittadina siciliana, la loro proposta non passa di certo inosservata perché, ad accogliere i clienti sulla banchina, ci sono niente di meno che due “sirene”.
E tanto altro…
Oltre alle lezioni di yoga, danza Gypsy, Sufi e Bollywood e alle uscite di biosnorkeling, lo snorkeling guidato fatto con pinne, maschera e boccaglio per imparare a conoscere, riconoscere e apprezzare le molteplici forme di vita che popolano l’ambiente marino; infatti, la fondatrice e istruttrice Maya propone corsi di mermaiding, la disciplina acquatica (riconosciuta prima dalla FIAS, e oggi dalla ISDA) che riproduce il nuoto delle sirene. Con indosso una leggera guaina che racchiude il corpo dai fianchi ai piedi, a loro volta inseriti in una monopinna flessibile, nelle stesse acque siciliane che, da Omero a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, hanno fatto vivere il mito delle fantastiche creature incantatrici, gli adulti e i bambini si muovono fluidi nel mare alternando il nuoto, l’apnea e le risalite. Difficile? Per iniziare basta un po’ di acquaticità e i risultati sono incoraggianti, senza contare lo stupore degli sguardi attoniti dei bagnanti quando vedono arrivare dal mare delle vere e proprie sirene…
Grotte marine e terrestri: un mondo da scoprire
Notevole importanza rivestono le grotte nella Riserva Naturale dello Zingaro. Un’esperienza unica per coloro che vogliono immergersi in questi posti unici ed abbracciarli con i propri sensi, ma attenzione, mai senza la guida di un esperto speleologo.
Le grotte rappresentano un aspetto del “Carsismo”, termine che rimanda a tutto un insieme di attività che l’uomo per studio, ricerca e “socializzazione” svolge e in cui entrano in gioco tante discipline che si intersecano e si aiutano a vicenda, per comprendere i fenomeni e le potenzialità del binomio acqua/roccia che è l’artefice principale del carsismo.
Spiagge, e che spiagge…
Quali sono le spiagge più belle della Riserva dello Zingaro? La prima spiaggia che si incontra, venendo da San Vito lo Capo, all’ingresso del lato nord della Riserva, è Cala Tonnarello dell’Uzzo: la più grande ed anche la più frequentata, in estate. Premiata in passato dai turisti, in un sondaggio fatto da Skyscanner, il motore di ricerca internazionale di voli, si raggiunge in pochi minuti a piedi partendo dalla biglietteria. Se, invece, avete voglia di camminare o volete trovare una caletta meno affollata e godervi i gli angoli più nascosti di questa meravigliosa costa, non dovete fare altro che raggiungere altre selvagge calette: ecco quali.
Cala dell’Uzzo
Cala dell’Uzzo è una deliziosa caletta a 2 Km dall’ingresso Nord della Riserva. È caratterizzata da ghiaia bianca ed è vicinissima alla grotta dell’Uzzo che le dà il nome. Nelle vicinanze non perdete una visita al Museo della civiltà contadina. La spiaggia è facile da raggiungere e ben segnalata;
Cala Marinella
Cala Marinella si trova a circa 3,5 km di cammino dall’ingresso Nord di San Vito lo Capo. Qui, non troverete sabbia e ghiaia, ma solo scogli che rendono l’acqua più limpida che altrove, motivo per cui è il paradiso per lo snorkeling;
Cala Berretta
Cala Berretta si trova al centro della Riserva dello Zingaro e può essere raggiunta in egual modo sia dall’ingresso Nord che da quello Sud. Ad attendervi dopo la lunga passeggiata una spiaggia quasi deserta ed incontaminata che vi ripagherà della fatica;
Cala della Disa
Si trova a circa 3,5 km dai due ingressi Nord e Sud ed è caratterizzata da ciottoli bianchi che degradano verso acque turchesi. La spiaggia è formata da due piccole insenature divise da pareti rocciose;
Cala del Varo
A 2 km dall’ingresso Sud, Cala del Varo è raggiungibile esclusivamente via mare dai due ingressi Nord e Sud.
Cala Capreria
Cala Capreria è la prima caletta che si raggiunge dall’ingresso sul Sud, sul lato Scopello – Castellammare del Golfo. Per arrivarci dovrete percorrere un sentiero di 1,4 km. Nelle vicinanze della spiaggia troverete anche il Museo naturalistico.
Trekking e i sentieri
Oggi, per esplorare la riserva via terra, si può solo camminare. Il paradiso ideale di chi ama le lunghe passeggiate e i sentieri. Sono tre i percorsi, tutti ben segnalati e percorribili con ai piedi gli scarponcini da trekking e una buona dose d’acqua potabile, che vi permetteranno di scoprire spiagge, grotte e musei: ecco quali.
Sentiero Costiero
È il più semplice ed è lungo 7 km percorribili in circa due ore di cammino immersi in un paesaggio da cartolina;
Sentiero presso Cala Marinella
È il sentiero più impegnativo lungo 17 km da percorrere in sette ore di cammino che da nord a sud passa per Monte Passo del Lupo, Monte Speziale e Monte Scardina;
Percorso di mezza costa
È di difficoltà media ed è lungo 8,5 km che potrete percorrere in 4 ore e mezza. È la strada più panoramica che vi farà conoscere l’eterogeneità del territorio. Potrete raggiungere ancheBorgo Cusenza e Contrada Sughero dove troverete dei rifugi. A questo link trovate la cartina con i sentieri della Riserva, di seguito la mappa per raggiungerla.
Borgo Cusenza, il cuore dello “Zingaro”
Proseguite attraverso lo Zingaro, dal sentiero di mezza costa, e continuate, per altri 2 km, in salita. Ora, allungate lo sguardo. A darvi il benvenuto nella macchia mediterranea è il Borgo Cusenza, un viottolo giallo di margherite, i pini di aleppo e i fichi d’india, brulicante di vita, benché non sia più abitato. Un agglomerato rurale aggrappato alla montagna, spalancato al mare e accolto dentro una valle, culla di un popolo antico e sapiente, libero dalle contaminazioni dei borghi vicini. Pare, infatti, che la gente del Borgo Cusenza, il cui nome originario era Bagghiu di l’Acci, per il vicino Monte Acci, fosse completamente autosufficiente e che si recasse alla contrada Sughero, distante circa 3 chilometri, soltanto per scambi di attrezzi di lavoro e manodopere varie.
E’ un borgo scelto da molti visitatori, definito uno dei più belli della Sicilia, un insediamento rurale di una bellezza eterea, uno spaccato di vita contadina del secolo scorso. Lo riparano i venti e lo illumina lo splendore del mare attorno. Muretti in pietra, un pergolato, cespugli di rosmarino, casette di pietre e tegole si abbracciano rimanendo vicine vicine, il silenzio rispettoso dello scorrere del tempo che si ferma lì, quasi chiedendo anche a noi di muoverci più lenti, molto più lenti. Si viene letteralmente travolti dalla magnificenza di una natura pulita e tersa, e da una storia antica. La storia di una comunità che va a braccetto con il ritmo delle stagioni e ne fa il suo calendario.
La vita nel Borgo Cusenza
Le abitazioni sono ben tenute, alcune camere visitabili. I pavimenti in lastre, venuti alla luce durante gli interventi di manutenzione, sono puliti e sistemati. Oggetti e mobili ricostruiscono dettagliatamente l’idea della quotidianità rurale del secolo scorso che, inevitabilmente ruotava attorno al lavoro dei campi. Si coltivavano cereali, e fino ai primi del ‘900, le circa 14 famiglie che vi vivevano, avevano perfino una cantina per la produzione del vino.
Come arrivare alla Riserva
L’ingresso alla Riserva dello Zingaro ha un costo di 5 euro. Oltre al biglietto d’ingresso, vi daranno anche una mappa che mostra i diversi sentieri e i luoghi di interesse dello Zingaro, come le insenature e i piccoli musei situati lungo il percorso. Per arrivare alla Riserva da Scopello, in auto, dovrete prendere l’Autostrada A29 Palermo – Mazara del Vallo, imboccare lo svincolo per Castellammare del Golfo, quindi proseguire sulla Strada Statale 187 in direzione Trapani. Seguite le indicazioni per Scopello, fino a raggiungere la costa. Per accedere alla Riserva da Nord, dovete imboccare la Strada Statale 187 fino al bivio per San Vito Lo Capo e, quindi, proseguire in direzione Villaggio Calampiso – Riserva Zingaro.
Da Trapani, ci vorranno circa 55 minuti in auto per raggiungere l’ingresso meridionale della riserva dello Zingaro, da Scopello. Da Palermo, invece, ci vorrà 1 h e30 per raggiungere l’ingresso a Sud della riserva naturale.
Oppure, con volo EasyJet da Milano Malpensa a Palermo e poi in auto a noleggio fino a Castellammare del Golfo.
Via mare, infine, potete noleggiare una barca per visitare lo Zingaro, prenotandone una con Samboat. Motoscafi, barche a vela, yacht, piccole imbarcazioni senza patente, con o senza skipper: semplicemente troverete l’offerta più adatta alle vostre esigenze.
Dove dormire
Hôtel Punta Nord Est, a Castellammare del Golfo, proprio di fronte alla spiaggia dorata, mettete un piede fuori e sarete già in acqua. Camera doppia ampia e luminosa a partire da 60€ a notte, colazione inclusa. Ciò che mi è piaciuto: la piscina, l’accesso ad una baia privata, una magnifica vista dalle camere, oltre ad un incredibile rapporto in termini di qualità-prezzo;
Villa Anna, a dieci minuti in auto da Scopello e a 5 minuti dalla spiaggia di Guidaloca. Camera doppia moderna e luminosa a partire da 60€ a notte, colazione inclusa. Punti di forza: la posizione vicina a Scopello e alla riserva naturale dello Zingaro, la tranquillità del luogo, la reception, le camere con terrazza privata, il parcheggio privato gratuito e soprattutto l’ottima e abbondante colazione con torte fatte in casa. La migliore scelta per il suo ottimo rapporto in termini di qualità-prezzo;
B&B Selene, a San Vito, e a 100 metri dalla spiaggia. Camera doppia spaziosa e luminosa a partire da 120€ a notte, colazione inclusa. Apprezzabile la tranquillità, la terrazza per fare colazione, l’idromassaggio, il comfort delle camere e la vista. È il mio preferito a San Vito Lo Capo per il suo ottimo rapporto qualità-prezzo.
Dove mangiare
– Ristorante Posidonia, a Castellammare del Golfo (Tp). Sul porto turistico di Castellammare del Golfo, il trionfo della cucina siciliana della tradizione, dal cous cous alle ottime busiate (un tipo di pasta tipico della Sicilia);
– Tha’am,a San Vito Lo Capo (Tp). Il “re” del cous cous, a 200 metri dalla spiaggia di sabbia bianca di San Vito Lo Capo, serve un interessante mix di cucina siciliana e araba;
– L’amo, a Castellammare del Golfo (Tp). Ricavato in un vecchio rimessaggio per le barche, questo locale è il place to be (ndr, posto per stare) per concedersi un aperitivo alla fine di una giornata in mare;
– Ristorante La Tavernetta, a Scopello, certamente il miglior di tutto il Golfo: l’eccellenza e il gusto dell’esclusività a tavola. Ricerca, fascino e raffinatezza con una storia di oltre 50 anni.
Cosa vedere nei dintorni dello Zingaro?
Dopo l’escursione nella riserva o durante i giorni successivi, cosa vedere nei dintorni dello Zingaro? Sulla via del ritorno (se siete entrati nella riserva dall’ingresso sud), passerete da Scopello: un piccolo villaggio, ma decisamente delizioso. Scopello è anche famosa per la “spiaggia La Tonnara”, situata proprio sotto il paese. Gli antichi edifici della tonnara, le grandi rocce (i faraglioni) e le acque cristalline rendono questo posto davvero meraviglioso. Dato che La Tonnara è una spiaggia privata, dovrete pagare un piccolo biglietto d’ingresso per godervela. Se state cercando una spiaggia libera, invece, vi consiglio di andare alla volta della spiaggia di Guidaloca, situata vicino a Scopello. Gli amanti dei dolci dovrebbero seriamente provare la pasticceria Scopello, situata sulla piazza principale. I dolci fatti in casa e la granita al limone sono una vera delizia.
San Vito Lo Capo è la città più vicina all’ingresso nord dello Zingaro. È una località balneare molto turistica in Sicilia, tant’è che i turisti italiani amano davvero andarci. La città è particolarmente famosa per la sua enorme e sorvegliata spiaggia di sabbia con le sue acque poco profonde, sebbene decisamente affollata, soprattutto durante l’alta stagione.
.
La riserva naturale di Monte Cofano si trova a 30 minuti in auto da San Vito Lo Capo e, se avete apprezzato la vostra escursione nella riserva naturale dello Zingaro, adorerete sicuramente anche questa tappa. Nella riserva, potrete scegliere tra 2 percorsi:
Il sentiero sul mare: Il paesaggio è molto diverso da quello dello Zingaro, ma è altrettanto bello. La passeggiata è semplice da svolgere e ha una durata di circa 3 ore andata e ritorno;
Il sentiero che porta sulla cima del Monte Cofano: in questo caso vi imbatterete in alcuni passaggi difficili, dove dovrete fare un po’ di arrampicata sulla roccia.
In Sicilia i colori non si limitano a finire negli occhi, ti entrano dentro le vene e le ossa.
Cosa sarebbe l’Italia senza la Sicilia? È in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra. Quegli odori di alga seccata al sole, di capperi e di fichi maturi non li ho ritrovati mai da nessuna parte; quelle coste arse e profumate, quei marosi ribollenti, quei gelsomini che si sfaldano al sole…
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
Cilento, terra campana immersa nel blu del Tirreno, da sempre crocevia di popoli e tradizioni, è una delle zone meno conosciute e più sottovalutate d’Italia. Si trova nella zona meridionale della Campania, sospeso tra mari e monti, nella provincia di Salerno. L’area, patrimonio UNESCO, nasconde spiagge segrete, scogliere, borghi di pescatori ed importanti testimonianze archeologiche.
Cilento, tra luoghi, spiagge e borghi
Attraversato da vivaci torrenti, ricco di boschi di castagni e di lecci, il suo splendido paesaggio è interrotto da paesi abbarbicati alle rocce o adagiati sulle rive marine. La zona del Cilento, caratterizzata da una costa frastagliata, dolci colline e monti ricoperte da ulivi, faceva anticamente parte della Lucania. Oggi, un parco nazionale ne protegge buona parte del territorio, salvaguardandone le incredibili bellezze e biodiversità. Ci sono numerosi sentieri per scoprire questo territorio, come il cammino di San Nilo o la via Silente.
Sono tante le attrattive, culturali e non, del Salento che meritano una tappa d’obbligo, ma cosa c’è da vedere? Dai resti dei complessi monumentali della Magna Grecia, ai paesini di pescatori passando per le spiagge più belle e le calette segrete, ecco quali sono quelle che vi consiglio assolutamente.
Cilento e i luoghi storici
Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano
Il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano èil secondo parco in Italia e si estende dalla costa tirrenica fino ai piedi dell’appennino campano-lucano. Il popolamento floristico del Parco è costituito da circa 1800 specie diverse di piante autoctone spontanee, ma anche la fauna è estremamente diversificata in virtù dell’ampia varietà di ambienti presenti sul territorio. Aree costiere e montane, fiumi e ruscelli, rupi e foreste, costituiscono l’habitat di altrettante comunità faunistiche dove, spesso, emerge la presenza di specie di alto valore naturalistico, come il falco pellegrino. Sulle vette, sulle praterie di altitudine e sulle rupi montane, sono invece frequenti il lupo, l’Aquila reale e le sue prede d’elezione: la Coturnice e la Lepre appenninica.
Dai monti fino al mare, e alle straordinarie caratteristiche naturalistiche, dovute alla notevole eterogeneità del territorio, si affiancano il carattere mitico e misterioso di questa terra ricca di storia e cultura: il richiamo della ninfa Leucosia, le spiagge dove i destini di Enea e Palinuro si sono separati, i resti delle colonie greche di Elea/Velia e Paestum, la splendida Certosa di Padula. Questi ultimi tre siti sono i principali attrattori culturali di importanza nazionale ed internazionale che hanno permesso al Parco di gloriarsi del prestigioso riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell’Umanità rilasciato dall’UNESCO.
Paestum
Nella Piana del Sele, vicino al litorale, raggiungete uno dei più importanti complessi monumentali della Magna Grecia, chiamato dai fondatori “Poseidonia” in onore di Poseidone, ma devotissimo a Era e Atena, dove potrete trovare reperti e manufatti decorativi, molti dei quali custoditi presso il Museo Archeologico Nazionale.
Di immensa bellezza sono i tre templi di ordine dorico giunti in ottime condizioni, tanto da essere considerati esempi unici dell’architettura magno-greca. Tre sono i templi di ordine dorico ancora ben conservati. Il Tempio di Nettuno (530 a.C.), in realtà dedicato ad Hera e costruito in arenaria, è il più grande tra i templi di Paestum; il Tempio di Athena (500 a.C.), noto anche come Tempio di Cerere e la Basilica (540 a.C.), il tempio dedicato ad Hera. Il sito fu scoperto nel diciottesimo secolo grazie alla costruzione della strada che ancora oggi divide in due l’anfiteatro.
Mozzarelle alla Tenuta Vannulo
Non potete risparmiare una visita nella Tenuta Vannulo e mangiare le famose mozzarelle di bufala. La Tenuta si trova nella piana del Sele, a Capaccio Scalo. Potrete visitare il Museo permanente della civiltà contadina e, volendo, soggiornare nella Tenuta.
I borghi del Cilento
Santa Maria di Castellabate e Punta Tresino
Da Santa Maria di Castellabate, in provincia di Salerno, raggiungete la baia di Punta Tresino: un caleidoscopio di spiagge e calette. Se ne avete voglia potrete percorrere, per circa un’ora, uno spettacolare sentiero di trekking che vi porterà a spiaggette isolate e remote.
A questo punto, protetti dal monte Licosa e superata la pineta, potrete accedere a tante piccole spiagge rocciose che fanno parte della riserva marina di Castellabate. All’estremità della baia di Punta Licosa troverete l’isoletta con il faro che chiude il Golfo di Salerno.
Acciaroli
Passando per le Ripe Rosse e il piccolo borgo di Agnone Cilento, dirigetevi verso Acciaroli, uno dei più caratteristici paesi costieri del Cilento che, insieme a Pioppi, rappresenta una delle due frazioni marine del comune di Pollica. Un paese di pescatori, nel cuore del centro storico medievale: un gioiello della costiera cilentana, case con pietra a vista che si affacciano sul mare. Col suo porto antico, la Torre normanna, le belle spiagge, visitate il borgo marinaro dove si dice che Hemingway abbia conosciuto il marinaio che ispirò il suo personaggio de il Vecchio e il Mare.
Velia/Elea
Da Acciaroli, dunque, il viaggio prosegue verso sud, verso Ascea, fate una visita a quel che resta di questa incredibile polis della Magna Grecia. Della città di Velia, dal greco Elea, fondata nel VI secolo a.C., restano l’area portuale, Porta Marina, Porta Rosa, le Terme Ellenistiche e le Terme romane, l’Agorà, l’Acropoli, il Quartiere Meridionale e il Quartiere Arcaico. Di indiscusso valore Porta Rosa, prestigioso monumento che svolgeva la duplice funzione di collegamento dei due quartieri della città, e di viadotto congiungente le due sommità dell’acropoli. Tra i motivi che fanno di Velia un patrimonio dell’umanità va ricordata la scuola eleatica, una scuola filosofica che vantava fra i suoi esponenti, Parmenide e Zenone, peraltro qui nati.
Continuate lungo il percorso, tra gli ulivi centenari e la costa e fermatevi a Pisciotta, il paese delle alici di menaica, chiamate così per la particolare tecnica con cui sono pescate.
Roscigno, il paese abbandonato
È un piccolo borgo abbandonato a causa delle frane e, per questo motivo, ribattezzato “il paese che cammina” o, anche, “il paese fantasma”. Il centro storico iniziò a svuotarsi già nei primi anni del ‘900 quando due ordinanze del genio civile obbligarono i residenti a trasferirsi nell’attuale parte del paese, Roscigno Nuova. Oggi, il paese sorge in zona sicura, ma la sua anima vive ancora a Roscigno Vecchia, distante 2 km. Nel paese, ora, risiede un solo abitante che, dopo la morte di Dorina, unica vera ultima residente, si è trasferito in una delle vecchie case e trascorre le giornate per le vie deserte del paese, forse in attesa di qualche visitatore a cui poter raccontare la storia di Roscigno.
Grotte di Castel Civita
Se siete appassionati di speleologia, raggiungete il complesso di grotte alle porte del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in provincia di Salerno. Le Grotte di Castelcivita costituiscono, con un totale di circa 4800 m di lunghezza, uno dei complessi speleologici più estesi dell’Italia meridionale. Il sistema di cavità sotterranee, si apre a 94 m di altitudine, tra le rive del fiume Calore ed il versante sud-occidentale dei monti Alburni, mostrando da subito un suggestivo scenario di gallerie, ampi spazi e strettoie scavati dall’azione millenaria dell’erosione carsica.
Cala degli Infreschi
Dirigetevi verso Marina di Camerota alla scoperta di spiagge, calette rocciose, grotte e alla scoperta di Cala degli Infreschi, con le sue sorgenti di acqua fresca e dolce che sgorgano dal fondo marino. Si tratta di una caletta nascosta che si raggiunge solo in barca o a piedi lungo il Sentiero del Mediterraneo, che muove dal porticciolo di Marina di Camerota.
Palinuro
Capo Palinuro è uno dei posti più incredibili della costa cilentana che, da sempre, hanno affascinato i viaggiatori di ogni epoca. Il capo stretto e lungo è un labirinto di grotte marine, con cale bianche e spiagge bellissime. Il promontorio roccioso proteso nel mare con la sua bellezza, ma anche con le sue insidie per gli antichi marinai, ha ispirato al poeta Virgilio il passo dell’Eneide in cui narra la morte del nocchiero di Enea, Palinuro, che secondo il mito cadde in mare nei pressi del capo e come un naufrago arrivò su questa spiaggia, e dal quale la città del Cilento prende il nome. Una delle più belle è la spiaggia del buon dormire che, appunto, prende il nome da Palinuro.
Capelli di Venere
A Casaletto Spartano, un paesino medievale della provincia di Salerno, c’è un posto meraviglioso che dovete visitare. È la cascata dei Capelli di Venere, nel Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano: un borgo di una trentina di contrade rurali e di due principali centri abitati. Ha un nome suggestivo, quasi fiabesco, e a vederla (anche solamente in foto) si capisce il perché. “Capelli di Venere” è una cascata nascosta nel cuore del Cilento, che nasce dalle acque del Rio Bussentino, e così chiamata per via della rigogliosa pianta denominata “capelvenere” che caratterizza l’oasi.
La Certosa di San Lorenzo di Padula
E’ la più grande certosa in Italia, nonché tra le più famose, ed è situata a Padula, in provincia di Salerno. Fondato nel 1306, questo monastero ha il più grande chiostro del mondo (circa 12.000 m²) ed è contornato da 84 colonne. La parte principale è in stile barocco ed occupa una superficie di 51.500 m² su cui sono edificate oltre 320 stanze. Oggi, la Certosa ospita il Museo archeologico provinciale della Lucania occidentale, che raccoglie una collezione di reperti provenienti dagli scavi delle necropoli di Sala Consilina e Padula.
Spiagge e mare del Cilento
Protetta dal Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, la costa del Cilento è ancora un paradiso selvaggio, al riparo dalle orde di turisti. C’è da perdersi tra baie, calette e spiagge segrete, tra le quali la bella spiaggia sabbiosa di Marina di Ascea, una delle più belle della regione. Prendete carta e penna e segnatevi, assolutamente, le spiagge e il mare che meritano la vostra attenzione: ecco quali.
Baia di Trentova, Agropoli
Cala Bianca, Camerota
Punta Licosa, Castellabate
Spiaggia della Marinella, Palinuro
Spiaggia di Marina di Ascea, Ascea
Capo Palinuro, Palinuro
Cala degli Infreschi, Camerota
Baia del Buon Dormire, Palinuro
Spiaggia di Lentiscelle, Camerota
Il Cilento è terra di emozioni, colori e suoni, che nei secoli l’hanno accompagnata, e cambia stile tra un luogo e l’altro, ma contrastante è la fascia costiera. E’ una terrazza sull’infinito.
Sotto Paestum inizia la parte meno conosciuta della costa campana. Forse perché ancora semisegreta, è parsa a me la più bella.
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
In spiaggia sul Ticino, piccole oasi sul fiume. Il Parco del Ticino, attraversato dall’omonimo fiume, è una delle oasi naturali più estese e ricche di biodiversità di tutta la Lombardia. Il Parco vive in profonda simbiosi con il fiume, le cui acque costituiscono l’elemento fondamentale di tutti gli ecosistemi locali. Il territorio protetto ospita più di 20.000 ettari di boschi e brughiere, popolati da alberi e fiori spesso rari e altrove scomparsi. E, ancora, 449 specie di vertebrati senza contare che, grazie a campagne di ripopolamento e assistenza, nei boschi abita di nuovo il capriolo e nei cieli vola la cicogna bianca. Per chi non lo sapesse, la famosa valle del Fiume Azzurro, in queste giornate calde ed afose, è una vera e propria scoperta in mezzo alla natura, con piccole oasi per trascorre una giornata al fiume, lontano dal caos e dal traffico.
Tanti sono gli ambienti immersi nel verde presenti nella zona. Tra questi, una serie di spiagge lungo le sponde del Ticino, molto frequentate dagli abitanti locali e non, per sfuggire al caldo afoso che caratterizza l’estate in Pianura Padana: veri e propri lidi immersi nella natura non troppo lontano da Milano, in cui prendere il sole e rinfrescarsi nelle acque del fiume. Tuttavia, per quanto riguarda il bagno nel fiume, è sempre bene prestare attenzione e agire con cautela, seguendo le indicazioni delle autorità locali. Trattandosi, infatti, di un corso d’acqua naturale, il Ticino presenta in alcuni punti mulinelli, forti correnti e tratti in cui l’acqua è davvero gelida.
In Spiaggia sul Ticino: ecco dove
Vi propongo un itinerario di viaggio di uno o più giorni: 8 spiagge sul Ticino per vivere e conoscere da vicino il Parco e le sue bellezze, tuffandosi nella natura e scoprendo, magari, i sentieri che lo uniscono, da Sesto Calende al Ponte della Becca.
Ponte di Vigevano
Sulle sponde vigevanesi del Ticino, nei pressi del famoso Ponte di Vigevano, nel Pavese, sorge una storica spiaggia di sassi bianchi frequentatissima dai residenti della zona. Si arriva parcheggiando l’auto (o la bici) dalla sponda vigevanese del ponte. Non l’angolo più suggestivo del Ticino, ma è sicuramente il più comodo. Tuttavia, occorre sottolineare come in tutta la zona ci sia il divieto di balneazione, per via soprattutto delle forti correnti d’acqua che caratterizzano questo tratto di fiume. Un luogo, quindi, particolarmente adatto per un pic-nic in compagnia o semplicemente per godersi una giornata di sole.
Sesto Calende
Nella zona di confine tra le sponde lombarde e quelle piemontesi del Ticino, presso la località di Lisanza, si trova la spiaggia di Sesto Calende (Varese). Una location immersa nella natura, nel punto in cui il Lago Maggiore diventa fiume Ticino. La spiaggia, a differenza di molte altre della zona, è di sabbia e presenta un lido attrezzato con lettini, ombrelloni e un chiosco bar, che offre la possibilità di un aperitivo in riva al fiume. Inoltre, proprio davanti alla spiaggia, si può godere di un incredibile panorama dell’arco alpino, con il Monte Mottarone in primo piano.
Spiaggia di Castellana
In corrispondenza del punto in cui dal Ticino si deriva il Naviglio Grande, a pochi chilometri da Lonate Pozzolo (Varese) si trova la spiaggia di Castellana. In estate il luogo è frequentato quasi tutta la settimana da diversi residenti o turisti alla ricerca di una giornata immersi nella natura. La spiaggia, infatti, è circondata da prati verdi e alberi, utili per creare zone d’ombra sotto cui ripararsi nelle ore più calde della giornata. Anche in questa zona c’è il divieto di balneazione come segnalato dai vari cartelli affissi sugli alberi.
Somma Lombardo
Dalla cittadina di Somma Lombardo, inizia una discesa che raggiunge il fiume, per poi seguirlo fino allo sbarramento di Porto della Torre, c’è la spiaggia Manera e Ferrario. Niente sabbia, solo prati all’ombra delle frasche: un piccolo paradiso a due passi dalla strada. Il pienone è assicurato anche in settimana. Molta la gente, soprattutto durante il periodo più caldo, non solo nel weekend. Chiamata dagli abitanti locali Canottieri, la spiaggia è composta da una serie di prati verdi, con zone più all’ombra e altre più esposte al sole. Un vero e proprio luogo magico naturale a due passi dal centro abitato, che accontenta sia chi vuole semplicemente prendere il sole sia chi vuole rinfrescarsi nelle acque del fiume.
Castelnovate
E’ considerata la spiaggia segreta, fatta eccezione per i residenti dell’area Malpensa, che al contrario la conoscono molto bene. Il comune di riferimento per arrivare a Castelnovate è Vizzola Ticino, nel Varesotto, un piccolo centro con poche centinaia di abitanti, nascosto dietro l’aeroporto. Passato l’abitato di Castelnovate, si scende, percorrendo i tornanti, nel bosco, ad una bianca sassaia punteggiata di piante dalle foglie argentee che brillano al sole. Poco frequentata e si può tranquillamente fare il bagno, sempre con la prudenza che si deve alle correnti forti dei fiumi. Sorge su una piccola ansa del fiume, appena fuori da un lungo bosco folto di vegetazione: qui molte persone decidono di passare intere giornate estive, prendendo il sole o immergendosi nelle acque del fiume.
Lido di Pavia
Immerso nella natura del Parco del Ticino, si trova il Lido di Pavia. Una zona attrezzata di moltissimi comfort, tra cui una piscina, un’area pic-nic, un ristorante e una spiaggia. Proprio quest’ultima presenta un accesso diretto al fiume ed è composta da una parte in sabbia e una in erba. In entrambe le zone è possibile noleggiare sdraio, lettini, tavolini ed ombrelloni, come in una qualsiasi spiaggia di mare o lago. Il luogo, inoltre, è dotato di un campo da beach volley e uno da bocce, utilizzabile da tutti gli ospiti della spiaggia.
Spiaggia di Melissa
In località Golasecca (Sesto Calende) si trova la Spiaggia Melissa, una vera e propria oasi di pace e di divertimento. Nasce nel 2013 e offre nel periodo estivo uno spazio attrezzato con bar, spiaggia ad ingresso libero, lettini a noleggio, servizio docce e campo da beach volley. Ideale per famiglie e gruppi di amici che rimangono in città durante le vacanze. Molti i tavoli in pietra o le panchine sotto i tanti alberi del posto che regalano zone d’ombra sotto cui ripararsi nelle ore più soleggiate della giornata. È importante sapere, infine, che sulla spiaggia vige il divieto di balneazione, così come quello di portare animali, accendere fuochi o fare campeggio.
Carbonara al Ticino
Passeggiando tra i sentieri del Parco del Ticino si attraversa anche la località di Carbonara al Ticino (Pavia). Nei pressi del piccolo centro abitato si trova una spiaggia sabbiosa, che si sviluppa su un’ansa abbastanza ampia del fiume Ticino. Il luogo è conosciuto dai residenti locali anche come Spiaggia del Vigilie ed è circondato da un paesaggio completamente naturale e immerso nella tranquillità. Ci si arriva in automobile oppure, se si ha la possibilità, è molto suggestivo arrivarci in barca seguendo il corso del fiume Ticino.
In battello sul Ticino
Non solo spiagge, ma anche in battello sul Ticino. Il Ticino si apre anche alla navigazione turistica: non nel weekend di Ferragosto né nel successivo. È aperto, infatti, il tratto di dodici chilometri fra Sesto Calende e Somma Lombardo. Un primo passo cui ne seguiranno altri per garantire la navigabilità dell’intero tracciato Locarno-Milano: quasi un passaggio segreto fra due mondi, quello ameno e collinare del Verbano, tutto ville e giardini, e la Pianura Padana distesa sotto un cielo senza confini. Il debutto lo scorso anno, sotto l’egida della società regionale Navigli Lombardi. Grazie alla nuova linea di navigazione si potrà discendere il tratto iniziale del “fiume azzurro” tutti i fine settimana, con quattro corse al giorno fino al 4 ottobre, al costo di 15 euro (gratis per i bambini fino a 6 anni, 12 euro per i bambini fino a 12 anni e per gli over 60). Per le prenotazioni ci si può rivolgere al call center al numero 02.33.22.73.36.
I fiumi mi hanno sempre attirata. Il fascino è forse in quel loro continuo passare rimanendo immutati, in quell’andarsene restando, in quel loro essere una sorta di rappresentazione fisica della storia, che è, in quanto passa.
Ogni fiume, come un essere umano, ha una voce tutta sua. Nasce dal fondo della terra, dove ci sono il mistero e il tremore, e ha la malinconia delle cose che non tornano.
Poi, giunti al mare, i fiumi raccontano i sogni delle sorgenti…
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
Cinque Terre, il Salto della Lepre. Siamo al Parco Nazionale delle Cinque Terre. Un territorio in cui mare e terra si fondono a formare un’area unica e suggestiva, fatto di antichi villaggi di pescatori caratterizzato da case colorate e da vigneti aggrappati ai ripidi terrazzamenti ricavati sulla costa.
Cinque Terre, il fascino del Parco
Un itinerario da Levanto a Bonassola e Framura, lungo un sentiero litoraneo straordinariamente scenografico nel Parco delle Cinque Terre.
In un’atmosfera tipicamente mediterranea, ci si lascia alle spalle il centro storico medioevale di Levanto per raggiungere Bonassola, dove la Chiesa di Santa Caterina testimonia il legame fra il borgo e il mare conservando gli ex-voto dei naviganti.
Tappa successiva è il Salto della Lepre (120 m), punto panoramico sovrastante Punta Monte Grosso. Una pittoresca scogliera, un salto di 100 metri nel mare blu, una chiesetta rosa a picco sul mare, un paese nascosto pieno di fiori nella verdeggiante macchia mediterranea.
Boschi di lecci e pini, interrotti qui e là da casolari, orti e vigneti, accompagnano i nostri passi sino a Framura e al suo spicchio di terra a picco sul mare. Al ritmo delle onde si segue ancora più da vicino il mare lungo la pista ciclopedonale, ottenuta sullo storico tracciato ferroviario dell’Ottocento.
Calette e spiagge nascoste
Calette e spiagge nascoste e segrete, scorci incredibili e angoli segreti si aprono tra le gallerie illuminate della pista ciclabile. Bonassola è li vicina, anche la stazione ferroviaria del borgo, però la visita non si può considerare completa senza una passeggiata fino alla Cappelletta della Madonna della Punta, all’estremità del promontorio occidentale che chiude la baia.
Qui, si possono posare zaini e scarponi per accarezzare il bagnasciuga, rigenerare i piedi, giocare con gli spruzzi delle onde che s’infrangono a riva.
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
Liguria da scoprire. Liguria segreta… L’estate 2020, nel segno della Covid-19, quella particolare estate, la prima, contraddistinta da distanziamento sociale, mascherina e comportamenti responsabili, è trascorsa, ma ha lasciato segni tangibili.
La Covid ha inevitabilmente stravolto la nostra quotidianità, andando ad intaccare anche le più piccole abitudini giornaliere che prima d’ora abbiamo dato sempre per scontate. La limitazione delle libertà personali sta indubbiamente cominciando a farsi sentire, dopo quasi un anno dall’inizio di tutto questo. Senza contare che, secondo il parere espresso dall’epidemiologo francese Didier Pittet, l’epidemia da Coronavirus non sarà sotto controllo prima dell’estate 2022.
Liguria da scoprire, calette e lidi nascosti
Con la settimana bianca definitivamente saltata e la primavera ormai alle porte, un italiano su due sta già pensando alle vacanze estive con grande desiderio, sperando che la bella stagione possa regalare un po’ di ossigeno e di libertà.
Si va sempre più alla ricerca di luoghi appartati e più difficili da raggiungere, lontani dalla folla. Calette nascoste, scogliere baciate dal vento con lidi raggiungibili solo dal mare e spiagge da conquistare attraverso sentieri a strapiombo sul mare.
La Liguria, in quanto a spiagge segrete, da Ponente a Levante, non scherza. Ci sono così tanti e tali luoghi dove sfuggire al caldo tra spiagge, laghetti per un bagno in spiaggette tranquille e isolate, in luoghi davvero paradisiaci.
Spiagge segrete da lasciarci il cuore, sì, proprio come le descrive Renato Zero…
Spiagge immense ed assolate spiagge già vissute amate e poi perdute in questa azzurrità fra le conchiglie e il sale tanta la gente che ci ha già lasciato il cuore…
Alla scoperta delle sei spiagge
Spiaggia delle Calandre a Ventimiglia
Forse l’ultima spiaggia italiana, oppure la prima per chi proviene della Francia, la spiaggia delle Calandre a Ventimiglia è un tratto di battigia dorata circondata da una vegetazione selvaggia. È frequentata da una comunità di puristi del mare o di surfisti. La sua dimensione non è stabilita da nessuna parte, ma dipende dal maestrale. Un paradiso da salvare dalla speculazione.
Lido delle Sirene a Bergeggi
Di fronte all’isola di Bergeggi, il Lido delle Sirene è un vero angolo remoto. Per raggiungerlo bisogna scendere 187 scalini, accessibili anche per i bambini. Sassolini tendenti al nero impreziosiscono questa baia dal mare cristallino. Lo storico stabilimentoLido delle Sirene,che occupa una porzione della baia, garantisce tutti i servizi. Accanto, raggiungibile via mare o tramite una scaletta, la più segreta Punta Prodani, incantevole promontorio dai toni mediterranei. Lido delle Sirene è, a volte, soggetto alle mareggiate che lo rendono inaccessibile. In tal caso si può rimediare in una delle spiagge di Bergeggi.
Punta Crena (Varigotti)
La caletta di Punta Crena è un piccolo angolo segreto: si raggiunge in barca o con un sentiero molto impervio a strapiombo sul mare. Per molti è la spiaggia più bella della Liguria e tra le più belle d’Italia.
San Fruttuoso di Camogli con le sue calette
Un’antica abbazia medievale nei cui balconi si rilette il blu del mare. Una baia con attorno un verde straordinario. San Fruttuoso di Camogliè un sogno che si realizza. Due sono le vie per arrivarci, una semplice e una più difficile: o si percorre il lungo (ma con scorci bellissimi) sentiero da San Rocco di Camogli per Semaforo Nuovo, oppure vi si sbarca comodamente con i traghetti che partono frequenti da Camogli e Santa Margherita Ligure.
D’estate, la spiaggia di San Fruttuoso è piuttosto affollata. Ma si possono sempre scoprire le vicine calette, luoghi magici dove fare un bagno. Si possono raggiungere in barca o, per i più temerari, a nuoto.
Cala del Pozzale sull’isola Palmaria
Nel Golfo dei Poeti, davanti all’Isola del Tino, sul lato ovest della splendida Isola di Palmaria, c’è Cala del Pozzale, nota anche col nome di Spiaggia dei Gabbiani. Vi si accede con i vaporetti che partono da La Spezia e Portovenere. È una baia ciottolosa dalle pietre ben levigate, circondata da un scenario naturale, con scogliere bianche ricoperte di pinetine verdi sgargianti. Per informazioni visitare il sitoPalmaria nel cuore – Cala del Pozzale.
Punta Corvo
La spiaggia più inaccessibile del levante ligure: a Punta Corvo si arriva con un ripido sentiero daMontemarcello. Si attraversano densi boschi di lecci e pinete finché, dopo aver imboccato una ripida discesa, si intravede il bagliore del mare e s’ascoltano le onde e la risacca. Non ci sono stabilimenti, sulla sabbia le orme dei gabbiani: la sensazione, una volta arrivati, è quella di essere un Robinson Crusoe, di aver scoperto qualcosa di nuovo. Tornare indietro è dura, non solo per il sentiero davvero ripido.
L’estate che verrà?
Zona rossa, arancione e gialla: avanti con le ‘regioni a colori’ finché non ci sarà l’impatto del vaccino, quindi verso settembre-ottobre? Di certo, l’estate che verrà sarà ancora all’insegna del mare italiano, del “mare nostrum”: la differenza di passo tra i vari paesi europei renderà, infatti, impossibili, se non complicati, gli spostamenti da e per l’estero ancora a lungo.
Pertanto, presumibilmente, gli stabilimenti balneari trascorreranno la seconda estate consecutiva senza flussi di turisti stranieri, ma con un’elevata presenza di italiani che opteranno per le vacanze di prossimità, frequentando mete vicine però…cambiando, cercando, per scoprire spiagge nuove e segrete e, diciamo, andando decisamente controcorrente rispetto al leitmotiv di “Stessa spiaggia, stesso mare”della grande cantante italiana Mina…
Per quest’anno non cambiare Stessa spiaggia, stesso mare Torna ancora quest’estate Torna ancora quest’estate insieme a me
E come l’anno scorso Sul mare col pattino Vedremo gli ombrelloni lontano, lontano Nessuno ci vedrà, vedrà, vedrà
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok