In Guinea ritorna l’epidemia di Ebola. L’allarme arriva dopo la scoperta di sette casi di febbre emorragica. Non bastava la Covid-19, nel mondo, ora torna anche l’Ebola.
In piena pandemia Covid, mentre da più parti in Italia gli esperti invocano un nuovo lockdown nazionale o l’alternanza delle zone a colori, si torna a parlare di Ebola. L’Africa occidentale sta affrontando la sua prima recrudescenza del virus Ebola dalla fine dell’epidemia devastante, che ha colpito il continente tra il 2013 e il 2016, la peggiore mai registrata del virus, causando oltre 11.300 morti in 10 Paesi della regione.
Anche allora l’epidemia era iniziata in Guinea, nella stessa regione sud-orientale dove sono stati scoperti i nuovi casi. Il virus è stato identificato per la prima volta nel 1976 nello Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo. Il caso iniziale, il cosiddetto paziente indice, è stato segnalato nel dicembre 2013.
Si ritiene che un ragazzo di 18 mesi di un piccolo villaggio della Guinea sia stato infettato da pipistrelli. Dopo che in quella zona si sono verificati altri cinque casi di diarrea fatale, il 24 gennaio 2014 è stato emesso un allarme medico ufficiale ai funzionari sanitari del distretto.
La prima ondata di Ebola fu identificata ufficialmente il 23 marzo 2014 dall’Organizzazione mondiale della sanità, con 49 casi confermati e 29 decessi, nella regione rurale boscosa della Guinea sud-orientale. Questi primi casi segnarono l’inizio dell’epidemia di Ebola in Africa occidentale, la più grande nella storia.
Il capo dell’Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria Sakoba Keita ha spiegato che una persona è morta alla fine di gennaio a Gouecke, nella Guinea sud-orientale, vicino al confine con la Liberia. La vittima è stata sepolta il 1° febbraio e alcuni giorni dopo alcune persone che hanno preso parte al funerale hanno iniziato ad avere diarrea, vomito, sanguinamento e febbre: i sintomi tipici dell’Ebola.
Il nuovo focolaio è scoppiato in Guinea dopo che tre persone sono morte e almeno sette nuovi casi del virus mortale sono stati confermati, tanto che il primo ministro Ibrahima Kassory Fofana ha subito parlato di “epidemia”.
Non avveniva da 5 anni. Tutte le persone che sono state a contatto sono in isolamento. La presenza dell’Ebola è stata confermata da un laboratorio della capitale. I casi sono stati riscontrati nella regione di Nzerekore, dove nel 2013 era scoppiata l’epidemia.
Però, il lato positivo è che sia la Guinea che l’OMS hanno affermato di essere meglio preparate ad affrontare l’Ebola ora rispetto a cinque anni fa grazie ai buoni progressi sui vaccini.
Guinea, Sierra Leone e Liberia hanno sopportato il peso della precedente epidemia, ma come molti Paesi dell’Africa occidentale, la Guinea ha risorse sanitarie limitate. Senza considerare che ha anche registrato circa 15mila casi di Covid e 84 morti.
Ebola, un virus estremamente aggressivo e, spesso fatale, che appartiene alla famiglia dei Filoviridae, e la cui letalità varia dal 25% al 90%, a seconda del ceppo. La trasmissione avviene attraverso il contatto con sangue, secrezioni, organi o altri fluidi corporei di animali infetti. In Africa è stata documentata l’infezione a seguito di contatto con scimpanzé, gorilla, pipistrelli della frutta, scimmie, antilopi e porcospini trovati malati o morti nella foresta pluviale.
Il contagio è più frequente tra familiari e conviventi, per l’elevata probabilità di contatti e, generalmente, in condizioni igienico-sanitarie precarie. In 4 casi è stata documentata anche la trasmissione per via sessuale. Infezioni asintomatiche sono state documentate in uomini adulti in buona salute a contatto con scimmie o maiali infetti da un particolare ceppo di Ebola chiamato Restv.
L’infezione si manifesta con un decorso acuto: i soggetti malati sono contagiosi fino a quando il virus è presente nel sangue e nelle secrezioni biologiche. L’incubazione può andare da 2 a 21 giorni, a cui fanno seguito generalmente sintomi acuti caratterizzati da febbre, astenia, mialgie, artralgie e cefalea.
Mentre il mondo combatte contro la pandemia Covid-19, da quasi un anno, anche grazie ai vaccini, la cui efficacia (un nuovo studio Pfizer, in Israele, lo dà efficace), per l’Ebola non esiste ancora una cura.
Ad oggi, in fase di valutazione, esiste una ampia gamma di potenziali trattamenti tra cui emoderivati, terapie immunitarie e terapie farmacologiche in grado di migliorarne, quantomeno, la sopravvivenza.
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…