In Liguria la suggestiva fioritura delle camelie di Pegli. Uno spettacolo che rapisce gli occhi e il cuore durante la fioritura primaverile nell’incantevole cornice di Villa Durazzo Pallavicini, a Pegli, nel ponente genovese, un evento che, solo nello scorso anno, ha richiamato 20 mila visitatori, provenienti da tutta Italia e dall’estero.
Ogni anno, da metà febbraio ad inizio aprile, le camelie in fiore regalano incredibili scenari nel Parco di Villa Durazzo Pallavicini, un vero e proprio polmone verde in Liguria, uno dei più belli, grandi e antichi d’Italia e tra i più importanti d’Europa.
I registri dei visitatori, dell’epoca, non lasciano spazio a dubbi: gli amici del marchese – perché ovviamente si entrava solo su invito del padrone di casa – provenivano da New York, dal Cile, dalla Russia.
Quest’anno si prevede che la fioritura sia godibile al Parco e al Camelieto storico fino al 5 aprile. C’è tutto il tempo, dunque, per scoprire tutte le curiosità su queste meravigliose piante antiche, un tempo coltivate direttamente dalla marchesa Clelia Durazzo, donna scienziato del ’700, botanica esperta, ancora oggi simbolo di emancipazione femminile.
Eleganti camelie dai mille colori, sfumature e forme aspettano genovesi (e, Covid-19 permettendo, anche i turisti) nel giardino romantico di Villa Pallavicini.
Il Camelieto storico nel Parco di Villa Durazzo Pallavicini a Genova Pegli, si trasforma in un luogo magico, all’avvicinarsi della primavera, punteggiato di fiori bianchi, rosa accesi e rossi, dove fantasticare di incontrare Margherita Gautier, la “La Dame aux camélias”, “La signora delle camelie” di Alexandre Dumas figlio (1848) e tuffarsi in un romanzo di fine ‘800, intriso di amori e passioni.
Il Viale delle Camelie si estende su 200 metri, con veri e propri alberi di camelie, 150 specie tutte diverse tra loro, che superano i 6 metri, accoglie i visitatori con i suoi colori e il suo tappeto di fiori per vivere un’esperienza unica: un viaggio romantico ligure tra le piante più intriganti della “Villa”, attraverso restauri, coltivazione e curiosità d’altri tempi ascoltate dalle voci esperte delle visite guidate.
Si tratta della specie Camelia Japonica che, crescendo e sviluppandosi nel tempo, ha dato vita a centinaia di cultivar dai diversi colori e dalle diverse forme e quantità di petali: la Vergine di Colle beato, la Warratah rubra, l’Incarnata, l’Eleonora Franchetti, la Bella di Firenze.
Il Parco, di evidente ispirazione romanica, viene realizzato tra il 1837 e il 1846 (anno in cui venne inaugurato), da Michele Canzio, all’epoca scenografo del Teatro Carlo Felice, che creò, non a caso, una vera e propria rappresentazione teatrale “open air”.
Il percorso di visita è, infatti, articolato in prologo, antefatto, tre atti, ognuno composto da affascinanti scenografie caratterizzate da laghi, torrentelli, cascate, templi, grotte, arredi, piante rare, scorci visivi e inganni scenografici capaci di far smarrire i confini di questo luogo fiabesco.
Camelie
Le camelie, delicate corolle e petali purpurei portati via dal vento ancora freddo di un mite fine inverno, sono una delle piante decorative più conosciute: dalle sue foglie si ricava un tè dalle proprietà energizzanti e dai suoi fiori un olio dalle molteplici virtù cosmetiche.
Tante le curiosità di questi fiori così seducenti. Prima tra tutte e, a seconda del colore, il significato della camelia trasmette un messaggio diverso: rosa significa nostalgia e desiderio di ritrovarsi, mentre rosso dichiara che il cuore è infiammato di passione, ma entrambi le tonalità rappresentano l’amore romantico.
E la versione variegata? E’ simbolo di fiducia e speranza; bianco testimonia profondo affetto, a fiore doppio segnala quanto si pensi a una persona mentre quella semplice indica adorazione e bellezza.
Poi, lo sapevate che hanno affascinato una tra le più grandi stilisti della storia, Coco Chanel? Se ne innamorò così tanto da farla diventare un riferimento costante nelle sue collezioni. Ad ognuno, insomma, la propria camelia e…qual è la vostra preferita?
Info: https://www.villadurazzopallavicini.it/
prenotazione obbligatoria : info@villadurazzopallavicini.it
393 8830842 / 010 8531544 biglietto online
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
Il pass verde Covid “sarà una proposta legislativa“. Di cosa si tratta? “Digital Green Pass”: è questo il nome del passaporto vaccinale, per il quale è arrivato il via libera dall’Ue.
L’idea di un “passaporto” digitale che potesse attestare l’immunità da Covid per garantire in sicurezza la libertà di circolazione era già stato al centro del Consiglio europeo, con la Cancelliera Angela Merkel favorevole allo studio del documento, così come anche Austria e Grecia (che ha già siglato un accordo con Israele per garantire la mobilità dei cittadini immunizzati facendo così ripartire la stagione turistica).
Quindi non sarà un optional, ma avrà il valore di uno strumento legale sulla base dei Trattati per il libero movimento. La data prevista per l’introduzione del documento è il 17 marzo, quando la Commissione europea presenterà “un pacchetto” con il pass verde Covid “che si concentrerà sui viaggi e la revoca delle restrizioni, per una riapertura comune sicura”.
Così ha riferito il vicepresidente dell’Esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, alla recente conferenza stampa al termine della videoconferenza dei ministri della Salute Ue. Una volta presentato ai leader, al vertice del 25 marzo, saranno fatti i passi per organizzare la mobilità vera e propria.
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
Liguria da scoprire. Liguria segreta… L’estate 2020, nel segno della Covid-19, quella particolare estate, la prima, contraddistinta da distanziamento sociale, mascherina e comportamenti responsabili, è trascorsa, ma ha lasciato segni tangibili.
La Covid ha inevitabilmente stravolto la nostra quotidianità, andando ad intaccare anche le più piccole abitudini giornaliere che prima d’ora abbiamo dato sempre per scontate. La limitazione delle libertà personali sta indubbiamente cominciando a farsi sentire, dopo quasi un anno dall’inizio di tutto questo. Senza contare che, secondo il parere espresso dall’epidemiologo francese Didier Pittet, l’epidemia da Coronavirus non sarà sotto controllo prima dell’estate 2022.
Con la settimana bianca definitivamente saltata e la primavera ormai alle porte, un italiano su due sta già pensando alle vacanze estive con grande desiderio, sperando che la bella stagione possa regalare un po’ di ossigeno e di libertà.
Si va sempre più alla ricerca di luoghi appartati e più difficili da raggiungere, lontani dalla folla. Calette nascoste, scogliere baciate dal vento con lidi raggiungibili solo dal mare e spiagge da conquistare attraverso sentieri a strapiombo sul mare.
La Liguria, in quanto a spiagge segrete, da Ponente a Levante, non scherza. Ci sono così tanti e tali luoghi dove sfuggire al caldo tra spiagge, laghetti per un bagno in spiaggette tranquille e isolate, in luoghi davvero paradisiaci.
Spiagge segrete da lasciarci il cuore, sì, proprio come le descrive Renato Zero…
Spiagge
immense ed assolate
spiagge già vissute
amate e poi perdute
in questa azzurrità
fra le conchiglie e il sale
tanta la gente che
ci ha già lasciato il cuore…
Forse l’ultima spiaggia italiana, oppure la prima per chi proviene della Francia, la spiaggia delle Calandre a Ventimiglia è un tratto di battigia dorata circondata da una vegetazione selvaggia. È frequentata da una comunità di puristi del mare o di surfisti. La sua dimensione non è stabilita da nessuna parte, ma dipende dal maestrale. Un paradiso da salvare dalla speculazione.
Di fronte all’isola di Bergeggi, il Lido delle Sirene è un vero angolo remoto. Per raggiungerlo bisogna scendere 187 scalini, accessibili anche per i bambini. Sassolini tendenti al nero impreziosiscono questa baia dal mare cristallino. Lo storico stabilimento Lido delle Sirene, che occupa una porzione della baia, garantisce tutti i servizi. Accanto, raggiungibile via mare o tramite una scaletta, la più segreta Punta Prodani, incantevole promontorio dai toni mediterranei. Lido delle Sirene è, a volte, soggetto alle mareggiate che lo rendono inaccessibile. In tal caso si può rimediare in una delle spiagge di Bergeggi.
La caletta di Punta Crena è un piccolo angolo segreto: si raggiunge in barca o con un sentiero molto impervio a strapiombo sul mare. Per molti è la spiaggia più bella della Liguria e tra le più belle d’Italia.
Un’antica abbazia medievale nei cui balconi si rilette il blu del mare. Una baia con attorno un verde straordinario. San Fruttuoso di Camogli è un sogno che si realizza. Due sono le vie per arrivarci, una semplice e una più difficile: o si percorre il lungo (ma con scorci bellissimi) sentiero da San Rocco di Camogli per Semaforo Nuovo, oppure vi si sbarca comodamente con i traghetti che partono frequenti da Camogli e Santa Margherita Ligure.
D’estate, la spiaggia di San Fruttuoso è piuttosto affollata. Ma si possono sempre scoprire le vicine calette, luoghi magici dove fare un bagno. Si possono raggiungere in barca o, per i più temerari, a nuoto.
Nel Golfo dei Poeti, davanti all’Isola del Tino, sul lato ovest della splendida Isola di Palmaria, c’è Cala del Pozzale, nota anche col nome di Spiaggia dei Gabbiani. Vi si accede con i vaporetti che partono da La Spezia e Portovenere. È una baia ciottolosa dalle pietre ben levigate, circondata da un scenario naturale, con scogliere bianche ricoperte di pinetine verdi sgargianti. Per informazioni visitare il sito Palmaria nel cuore – Cala del Pozzale.
La spiaggia più inaccessibile del levante ligure: a Punta Corvo si arriva con un ripido sentiero da Montemarcello. Si attraversano densi boschi di lecci e pinete finché, dopo aver imboccato una ripida discesa, si intravede il bagliore del mare e s’ascoltano le onde e la risacca. Non ci sono stabilimenti, sulla sabbia le orme dei gabbiani: la sensazione, una volta arrivati, è quella di essere un Robinson Crusoe, di aver scoperto qualcosa di nuovo. Tornare indietro è dura, non solo per il sentiero davvero ripido.
Zona rossa, arancione e gialla: avanti con le ‘regioni a colori’ finché non ci sarà l’impatto del vaccino, quindi verso settembre-ottobre? Di certo, l’estate che verrà sarà ancora all’insegna del mare italiano, del “mare nostrum”: la differenza di passo tra i vari paesi europei renderà, infatti, impossibili, se non complicati, gli spostamenti da e per l’estero ancora a lungo.
Pertanto, presumibilmente, gli stabilimenti balneari trascorreranno la seconda estate consecutiva senza flussi di turisti stranieri, ma con un’elevata presenza di italiani che opteranno per le vacanze di prossimità, frequentando mete vicine però…cambiando, cercando, per scoprire spiagge nuove e segrete e, diciamo, andando decisamente controcorrente rispetto al leitmotiv di “Stessa spiaggia, stesso mare” della grande cantante italiana Mina…
Per quest’anno non cambiare
Stessa spiaggia, stesso mare
Torna ancora quest’estate
Torna ancora quest’estate insieme a me
E come l’anno scorso
Sul mare col pattino
Vedremo gli ombrelloni lontano, lontano
Nessuno ci vedrà, vedrà, vedrà
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
Viaggi e cultura di viaggio: un “viaggio” tra un prima e un dopo. Oggi, il contagio da coronavirus ha ridisegnato, e tuttora, le logiche delle frontiere. E noi italiani siamo diventati, fin dall’inizio della pandemia, e in poche ore, quelli da “tener sott’occhio”.
C’è stato un prima coronavirus, e un dopo: il 2020, annus horribilis. II 2021, appena iniziato, non si prospetta certamente più roseo. E domani? Beh, “del doman non v’è certezza” ed è più facile dire cosa non faremo nei prossimi mesi piuttosto di quel che faremo.
C’era una volta il viaggio fatto di partenze e ritorni: un bel ricordo. Certamente, oggi, “a portata di click” c’è solo il mondo virtuale e non più quello reale. Voli a lungo raggio sospesi, si andrà verso il turismo di turismo di prossimità e, forse, neppure quello, dpcm dopo dpcm… Non solo nel turismo, ma anche nei rapporti sono privilegiati quelli di prossimità: non più gruppi, ma soli o in pochi, meglio se “congiunti”; gli amici al telefono o su zoom e sguardo ansioso (quando non assassino) se qualche estraneo si avvicina troppo. Prevale un senso generale di insicurezza e di preoccupazione, per qualcuno di paura, sia sul fronte economico che della salute.
Il viaggio al tempo della Covid-19 e post-covid tornerà a essere come quello pre-globalizzazione (con i suoi limiti e i suoi aspetti positivi)?
Di nuovo è più facile dire ciò che non sarà piuttosto che ciò che sarà. Sarà necessario rivedere le modalità di viaggio cui eravamo abituati, ridimensionare abitudini e desideri, ma non è facile immaginare come. Di certo, i nostri viaggi, non solo quelli al tempo della Covid-19, ma anche in seguito, saranno in un mondo dove sono tornate delle barriere fisiche e mentali che pensavamo definitivamente superate e che non aggiungono profondità allo sguardo, non restituiscono tempo, ma piuttosto limitano le possibilità di contatto e la libertà di scelta e di movimento.
In realtà, a ben pensarci, nuovi confini e divisioni erano già apparsi prima dell’arrivo della pandemia che ha funzionato da terribile acceleratore, ma nessuno avrebbe immaginato potessero essere di tale portata.
Ripartirò per un viaggio, quindi? Ripartirò, ripartiremo, probabilmente in meno, e per meno tempo, e per destinazioni più vicine. Molte cose cambieranno nel mio, nel nostro modo di viaggiare. Il viaggio sarà un po’ meno un bene di consumo, dato quasi per scontato, sarà più individuale e su misura, più pensato e desiderato, forse più consapevole e attento all’ambiente, più ricercato e meno “commerciale”.
Gli spostamenti, quando cresce il pericolo di un contagio, sono chiaramente più complicati. E la situazione attuale non sarà quella definitiva. In generale, infatti, è molto probabile che, essendo in una fase in costante evoluzione, anche le regole per chi viaggia possono variare in breve tempo.
Lo tsunami che si è abbattuto sui viaggi, il grido di dolore degli operatori e delle associazioni si leva all’unisono e mette nero su bianco, per l’ennesima volta, una situazione drammatica qual è l’improvvisa e drastica contrazione dei flussi turistici alla stregua dell’emergenza cultura.
La metà dei turisti in Italia è straniero. Il crollo del mercato internazionale, provocato dall’emergenza sanitaria, si è abbattuto, dunque, sul turismo italiano come un devastante tsunami. Per la ripresa ci vorrà almeno un triennio. Il viaggio, di riflesso, diventerà sempre più come “bene di lusso”? Quanti si potranno ancora permettere di viaggiare? Nascerà, presumibilmente, una nuova forma di turismo, a costo zero?
Però, in fondo, siamo tutti viaggiatori nati. Abbiamo polvere di stelle nelle vene, cartine geografiche con strade d’argento negli occhi e istruzioni per viaggiare fino a Andromeda…Poi? Verso l’infinito e oltre!
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
Il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, ha dichiarato, a margine della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri della Salute Ue, che l’obiettivo è che il pass sia in vigore tra tre mesi, o in estate, precisando che “il pass riguarderà lo spostamento tra una frontiera ed un’altra, ma non quanto potrà essere fatto col pass all’interno dello Stato membro”.
A cosa servirà il “Digital Green Pass”?
Il “Digital Green Pass” fornirà una prova della vaccinazione per la persona in possesso del documento, i risultati dei test effettuati da coloro che ancora non si sono potuti sottoporre al vaccino Covid-19 ed eventuali informazioni sulla guarigione dal coronavirus, senza comportare discriminazioni tra chi ha effettuato la vaccinazione e chi no.
E il Regno Unito?
Per il Regno Unito questa del passaporto vaccinale resta sul tavolo solo come una possibilità da valutare e sarà oggetto di discussioni coordinate con l’Ue prima di qualunque decisione.
Il ‘pass verde’ Covid consentirà, insomma, di tornare gradualmente a viaggiare, in libertà, in Europa e nel mondo, per lavoro o per turismo, garantendo la privacy dei cittadini.