Il pass verde Covid “sarà una proposta legislativa“. Di cosa si tratta? “Digital Green Pass”: è questo il nome del passaporto vaccinale, per il quale è arrivato il via libera dall’Ue.
L’idea di un “passaporto” digitale che potesse attestare l’immunità da Covid per garantire in sicurezza la libertà di circolazione era già stato al centro del Consiglio europeo, con la Cancelliera Angela Merkel favorevole allo studio del documento, così come anche Austria e Grecia (che ha già siglato un accordo con Israele per garantire la mobilità dei cittadini immunizzati facendo così ripartire la stagione turistica).
Quindi non sarà un optional, ma avrà il valore di uno strumento legale sulla base dei Trattati per il libero movimento. La data prevista per l’introduzione del documento è il 17 marzo, quando la Commissione europea presenterà “un pacchetto” con il pass verde Covid “che si concentrerà sui viaggi e la revoca delle restrizioni, per una riapertura comune sicura”.
Così ha riferito il vicepresidente dell’Esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, alla recente conferenza stampa al termine della videoconferenza dei ministri della Salute Ue. Una volta presentato ai leader, al vertice del 25 marzo, saranno fatti i passi per organizzare la mobilità vera e propria.
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
In arrivo test veloce varianti, cresce incidenza delle varianti sulle infezioni nazionali di Covid-19. In alcune regioni avrebbe raggiunto circa il 50% (rispetto al dato rilevato dall‘Iss del 18% circa di 10 giorni fa) con una prospettiva di crescita molto alta.
“La variante inglese, ha spiegato il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, è destinata a diventare dominante”. Inoltre: “Da metà marzo un test veloce potrà essere utilizzato nei laboratori per verificare, sulle persone già individuate come positive alla Covid-19, se sono state contagiate da una delle tre variante più in circolazione: quella inglese, la brasiliana e la sudafricana” – ha spiegato Massimo Ciccozzi, l’epidemiologo molecolare dell’Università Campus Biomedico di Roma, uno degli istituti che lo riceverà.
“Si tratta – ha aggiunto Ciccozzi – di un test molecolare sul genoma cui cui sarà possibile individuare in 2 ore circa se una persona è colpita da una variante. Sulla base del risultato ottenuto poi il campione deve essere sequenziato per capire quale variante sia. In questo modo si potrà avere la prevalenza delle varianti che circolano”.
Sulla situazione nel nostro paese – come ha sottolineato Ciccozzi – tutte le varianti sono riferibili a casi di persone che avevano viaggiato. Al momento, comunque manca in Italia un sistema strutturato per andare a vedere come il virus cambia.
Nelle Regioni dove si è registrato un rapido aumento dei casi come Abruzzo, Marche, Toscana e Umbria, oltre che nelle Province autonome di Trento e Bolzano, le varianti di Sars-Cov-2 sarebbero, secondo le simulazioni sull’andamento dei ricoverati, già tra il 40 e il 50% del totale dei positivi. E questo trend, purtroppo, è in aumento…
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
Il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, ha dichiarato, a margine della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri della Salute Ue, che l’obiettivo è che il pass sia in vigore tra tre mesi, o in estate, precisando che “il pass riguarderà lo spostamento tra una frontiera ed un’altra, ma non quanto potrà essere fatto col pass all’interno dello Stato membro”.
A cosa servirà il “Digital Green Pass”?
Il “Digital Green Pass” fornirà una prova della vaccinazione per la persona in possesso del documento, i risultati dei test effettuati da coloro che ancora non si sono potuti sottoporre al vaccino Covid-19 ed eventuali informazioni sulla guarigione dal coronavirus, senza comportare discriminazioni tra chi ha effettuato la vaccinazione e chi no.
E il Regno Unito?
Per il Regno Unito questa del passaporto vaccinale resta sul tavolo solo come una possibilità da valutare e sarà oggetto di discussioni coordinate con l’Ue prima di qualunque decisione.
Il ‘pass verde’ Covid consentirà, insomma, di tornare gradualmente a viaggiare, in libertà, in Europa e nel mondo, per lavoro o per turismo, garantendo la privacy dei cittadini.