Cubhouse, il nuovo social di cui tanto “si parla” e… in cui si parla. Ma come funziona questa “chat audio” del momento?
La nuova app – una sorta di “social web radio” in cui si discute “a voce”, si parla, nel vero senso della parola, all’interno di “stanze” tematiche – che ha da pochissimo iniziato a diffondersi anche in Italia. Clubhouse è stato lanciato per la prima volta su iOS nell’aprile 2020, dalla Alpha Exploration Co. e creato da Paul Davison e Rohan Seth, ma è diventata popolare nei primi mesi della pandemia di COVID-19, specialmente dopo un investimento di 12 milioni di dollari nel maggio 2020.
Numeri che parlano. A dicembre 2020, il social contava circa 600.000 utenti ed era accessibile solo su invito, ad oggi seppur resta la politica dell’accesso su invito gli utenti sono arrivati quasi a 2 milioni a gennaio 2021. Nel gennaio 2021, la società ha annunciato che avrebbe iniziato a lavorare su un’applicazione Android nei mesi successivi, ma non si sa altro. L’applicazione, del resto, è cresciuta notevolmente, come popolarità, grazie ad Elon Musk.
Diversamente da Facebook, e più simile a Twitter, Clubhouse è pensato per conversare di qualsiasi argomento con chiunque, o anche solo per ascoltare altri che parlano. Potrebbe assomigliare a Telegram, se Telegram fosse fatto di soli messaggi vocali, con la differenza che in Clubhouse non c’è nulla di registrato: si parla solo live, chiedendo di intervenire con una simbolica alzata di mano. Al posto dei “canali” di Telegram, però, i gruppi sono chiamati “stanze”.
Il social del momento “non è per tutti”, per ora, in Italia. E’ ancora in una versione di sviluppo e ci si può creare un profilo solo se si viene invitati da un altro utente. Ci si può accedere solo da una app (non dal browser di un computer), e soltanto in inglese, che può essere scaricata solo su iPhone o iPad con sistema operativo iOS 13.0 o più aggiornato. Gli utenti attivi in Italia sono sicuramente più di 50mila.L’app, dopo aver concesso 2 inviti ad ogni utente, ha accelerato ancora di più sui nuovi ingressi, concedendo ulteriori 3 inviti a testa verso una crescita esponenziale.
Che fosse Elon Musk, il guru dell’informatica e della robotica, il fondatore di Tesla e SpaceX, patron di Neuralink, il progetto ambizioso per collegare il cervello umano con l’intelligenza artificiale, e l’inventore di PAY PAL a dettare le tendenze del mondo online si è avuta con Clubhouse, quando lo scorso febbraio ha mandato in tilt la piattaforma dando appuntamento ai suoi numerosi follower di Twitter per parlare, toccando diversi temi e raccogliendo 5.000 persone, ai limiti della capienza consentita. Musk ha parlato della missione per portare l’uomo su Marte, del progetto Neuralink per creare un’interfaccia di connessione tra cervello e macchina, ma anche di Bitcoin, di intelligenza artificiale.
Clubhouse ha invitato col contagocce alcune delle personalità più note dello spettacolo statunitense – tra i primissimi Oprah Winfrey, Drake, Kevin Hart, Chris Rock – oltre a diverse celebrità, vip, influencer, giornalisti, esperti del mondo digitale e personaggi noti – in Italia si sono visti fin dai primi giorni nomi come Fiorello, Michelle Hunziker, Luca Bizzarri, Andrea Delogu e molti altri. Nomi – questi – che hanno senz’altro contribuito all’intrigante e misterioso successo del social.
Se non hai ancora un account richiedi comunque di entrare: i tuoi amici (le persone che hanno il tuo numero in rubrica) potranno farti accedere. Come si entra? Con il numero di telefono, niente mail. Quando ti registri inserisci nome e cognome reali: non potrai cambiarli successivamente, ma c’è la possibilità di inserire anche un nickname. Non è obbligatorio parlare: se sei timido e vuoi semplicemente ascoltare quello che succede nelle varie stanze puoi farlo, entrando ed uscendo a tuo piacimento.
Clubhouse, però, premia l’interazione e gli speaker: chi parla viene visualizzato in evidenza, a seguire nelle stanze appaiono gli amici degli speaker, poi tutti gli altri. Quindi, per farsi notare e acquisire nuovi follower la prima cosa da fare è intervenire e partecipare attivamente alle discussioni. Poi, c’è la bio che ha un ruolo fondamentale: è uno spazio dove puoi scrivere qualsiasi cosa, ma solo le prime 3 righe vengono sempre viste. I link non sono attivi, ma puoi sfruttare i collegamenti a Twitter e Instagram per rimandare gli utenti sugli altri tuoi social.
Il trend “del social del futuro”, però, sembra essere in discesa, evidenziato anche dai dati di Google, che nel corso delle ultime settimane ha registrato un enorme calo nell’interesse dimostrato verso Clubhouse dopo il boom registrato ad inizio febbraio. Oggi? Che fine anno fatto le decine di “room” attive nei primi giorni?
Il social esclusivo “della voce” divide, insomma, tra numeri e tendenze, dubbi e perplessità sulla policy della privacy dei dati, di ieri e oggi: chi è a “caccia” dell’invito, chi, almeno all’inizio, metteva in vendita i propri inviti su Ebay e, dulcis, chi pensa sia già al tramonto…
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
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