La Gola del Furlo. Nelle Marche, sull’antico tracciato della Via Flaminia, in un tratto che costeggia il fiume Candigliano, si nasconde un meraviglioso canyon nato dall’incessante scorrere del fiume. È la Gola del Furlo, un passaggio stretto stretto, tra la rupe e l’acqua, dove la forza della natura regna sovrana. Il suo nome deriva dal latino “forulum”, piccolo foro, a indicare quella gola sorta per effetto dell’erosione del Candigliano che scorre tra il Monte Pietralata e il Monte Paganuccio. Zona di grande importanza naturalistica, tra le più belle e suggestive delle Marche, la Gola del Furlo è situata nella provincia di Pesaro-Urbino, e più precisamente tra i comuni di Acqualagna, Cagli, Fermignano, Fossombrone e la stessa Urbino.
Attraversata dal fiume Candigliano, un affluente del Metauro, la Gola del Furlo è considerata un vero e proprio canyon all’italiana. Al fine di preservare un ecosistema estremamente delicato e incrementarne il potenziale turistico, nel 2001 è stata istituita la Riserva naturale statale Gola del Furlo, che sottintende ad un’area di complessivi 3.907 ettari: uno scrigno prezioso di flora e fauna, tra i comuni di Fermignano e di Acqualagna.
Il territorio è, infatti, particolarmente ricco in termini di biodiversità, in misura tale che tra gli alberi e le piante si contano centinaia di specie, alcune molto rare come il giacinto del pennacchio o l’onosma, mentre tra gli animali è importantissima la presenza dell’aquila reale e del gufo reale, specie a rischio globale ridotto, ma il cui numero di esemplari in Italia è in progressiva riduzione, di falchi pellegrini e aironi cinerini.
La Gola del Furlo è anche un’importante testimonianza storica in quanto la strada che la attraversava, e ne facilitava il passaggio sia per le persone che per i veicoli, fu voluta addirittura dall’imperatore Vespasiano. La sua antichità, del resto, è provata da una serie di iscrizioni e datazioni che sono ancora oggi visibili. E…la storia della Gola del Furlo non finisce qui, dato che qui si tennero degli scontri nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Oggi sono moltissimi i visitatori che arrivano qui, nel cuore delle Marche. La zona della Gola del Furlo è popolare tra i turisti (specialmente i motociclisti) che vi percorrono l’antica galleria scavata nella montagna, con i soli scalpelli, lunga poco più di 38 metri, larga circa 5 e alta poco meno di 6: una tappa interessante, pur avendo una funzione stradale ridotta, grazie all’inaugurazione, decenni fa, di due gallerie che fanno parte della vicina superstrada.
Da Fano, imboccare la strada provinciale Fano-Grosseto verso Fossombrone, proseguire per Roma e prendere l’uscita Furlo-Calmazzo. Si prosegue poi sulla strada Flaminia per circa 6 km attraversando la Gola. In alternativa, si può prendere l’uscita Furlo, proseguire sulla Flaminia seguendo le indicazioni per Furlo per circa 1,5 km.
Da Gubbio, invece, è necessario prendere la Fano-Grosseto in direzione Fano, dopo Cagli imboccare la prima uscita Furlo quindi proseguire sulla strada Flaminia seguendo le indicazioni per Furlo.
Il modo migliore per vivere la Gola del Furlo è quello di lasciare l’auto e godersi i tanti itinerari con lentezza, tanto che la Riserva offre diversi itinerari e possibilità di passeggiate tra le pareti della stessa, tra le quali ammirare una natura spettacolare – tra praterie sommitali di ombrellifere e leguminose – e a tu per tu con una fauna che appassiona. Tra i mammiferi sono presenti cinghiali, caprioli, daini e, non ultimo, anche la presenza di qualche esemplare di lupo. Si possono avvistare donnole, faine, tassi e puzzole, animali prevalentemente notturni.
Vi consiglio di iniziare il percorso alla scoperta di questo monumento della natura dal Centro visite della Riserva Naturale Statale Gola del Furlo. C’è un percorso affascinante e pianeggiante alla portata di tutti che parte proprio da qui: un itinerario percorribile anche con passeggini e carrozzine. Si tratta della via pedonale che costeggia l’antica strada Flaminia. Costruita dai Romani, essi scavarono una galleria nel punto in cui il transito era più difficile (a lato di un già esistente varco di epoca etrusca).
La galleria fu fatta costruire dall’Imperatore Vespasiano, e precisamente nel 76 dopo Cristo, che costituì per l’epoca un capolavoro ingegneristico, tanto che ancora oggi è aperta al transito pedonale e dei veicoli. In questa vallata le pareti rocciose si alzano per centinaia di metri tra le acque. Nel 1922 fu costruita una diga che ha trasformato il corso d’acqua in un lago.
Il Parco La Golena è un grande parco pubblico, ai piedi dei monti Paganuccio e Pietralata, nella suggestiva Gola del Furlo, che offre una sosta ideale per chiunque voglia fare un bel picnic, scoprire la natura e fare lunghe passeggiate in riva al fiume Candigliano. Per gli sportivi, poi, da non perdere il Parco Avventura del Furlo, strutturato in 3 percorsi acrobatici, di cui uno per l’attività di pratica e briefing e 2 percorsi sospesi pensati per un’utenza a partire dai 6 anni (minimo 110 cm di altezza), ma utilizzabili anche dagli adulti.
Conoscete le Marmitte dei Giganti? Il Canyon del Metauro dal colore turchese e dal fascino unico è uno dei luoghi delle Marche che vi consiglio, assolutamente, di visitare. Dove si trovano? A Fossombrone, un comune della Provincia di Pesaro Urbino, una tappa tutta da scoprire! Volete vivere un’esperienza naturalistica emozionante? A pochi minuti di auto dalla celebre e imponente Gola del Furlo, si trova l’affascinante canyon naturale della forra di San Lazzaro con le sue suggestive Marmitte dei Giganti, cavità cilindriche dalla forma che ricorda quella di grossi pentoloni, dove, secondo la leggenda, i giganti cucinavano zuppe a base di cinghiali e altri ungulati selvatici.
Per apprezzare questo luogo davvero seducente l’ideale sarebbe partecipare ad un’escursione con canoa o kayak e avventurarsi nel meraviglioso scenario naturale delle Marmitte dei Giganti. Sono possibili itinerari in canoa sia diurni, per rinfrescare il corpo e rilassare la mente, che notturni, più contemplativi, per ascoltare i suoni dell’acqua e della fauna che popola il fiume, dagli anfibi ai rapaci notturni, agli insetti come grilli e cicale.
I visitatori più attenti potranno osservare la capelvenere, una piccola ed elegante felce, così come l’appariscente lingua cervina, entrambe crescono sulle pareti più umide della forra per via dello stillicidio di acqua. Possibile anche un fortunato e fugace incontro col variopinto e rapidissimo martin pescatore, abitante dei corsi d’acqua poco profondi. Per informazioni ed orari delle uscite è opportuno contattare il punto Iat di Fossombrone (Punto IAT puntoiat@comune.fossombrone.ps.it).
Il fascino di questa forra è legato alle alte pareti verticali che in alcuni punti arrivano a toccare i 30 metri di altezza. Dal punto di vista geologico, queste cavità cilindriche si formano per via dell’erosione fluviale. Il fiume, infatti, laddove attraversa uno stretto canyon, può generare flussi idrici veloci e turbolenti. Il moto vorticoso dell’acqua fa roteare piccoli ciottoli che esercitano azione abrasiva sulle pareti rocciose e possono creare piccole cavità che vanno via via aumentando di dimensione fino a generare le “marmitte” appunto.
Le marmitte dei giganti sono ben sviluppate sotto il cosiddetto “ponte dei Saltelli”, che si trova a pochi passi dal tracciato dell’antica Flaminia, e che da qui prosegue verso il “forulum”, la galleria romana nonché porta d’ingresso alla Gola del Furlo.
L’Abbazia di S. Vincenzo sorge in prossimità della Gola del Furlo, nell’area della distrutta città romana di Pitinum Mergens. L’Abbazia di San Vincenzo al Furlo sorge lungo la Flaminia a tre chilometri da Acqualagna, dedicata a San Vincenzo, Vescovo di Bevagna, in provincia di Perugia. La tradizione vuole che la Chiesa abbia custodito le sue reliquie, qui trasportate dagli abitanti della città umbra distrutta dai Longobardi. Residui di fortificazioni fanno pensare che la fondazione sia avvenuta nel VI secoli. Alcuni elementi, invece, la fanno risalire al X secolo. L’Abbazia costruita con la pietra corniola spicca così candida tra il verde della Gola. La pavimentazione della chiesa è a grandi e spessi lastroni di pietra di origine romana e paleocristiana.
Un tempo in questa zona, nei suoi spostamenti, si fermava spesso Benito Mussolini. La guardia forestale negli anni trenta riprodusse il profilo del duce attraverso un’opera di scavi e muretti, sul crinale del monte Pietralata. Durante la seconda guerra mondiale, però, un gruppo di partigiani distrusse l’opera. Oggi, infatti, il profilo del duce è ancora parzialmente riconoscibile.
Dalla Riserva Naturale della Gola del Furlo si possono raggiungere, in una mezz’oretta, tanti meravigliosi luoghi. Ecco quelli che suggerisco di non perdervi:
Qui tutto parla di creatività dell’acqua e del rigore della roccia: ed ecco la cascata.
Avete presente una cascata? E se trasformassimo le nostre vite in un gioco di spruzzi e di schiuma, se seguissimo solamente il flusso trasparente che vibra tra le pietre e poi si fa fiume e poi mare? Così è la vita…
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
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