Anche i bambini soffrono della sindrome del «Long Covid». Eh, sì, anche i bambini e i ragazzi che si ammalano di Covid-19 possono non recuperare del tutto e continuare a soffrire di uno o più disturbi per mesi, dopo la fase acuta. Possono, cioè, soffrire di quella che viene chiamata sindrome del Long Covid, presente in un malato adulto su dieci.
Sindrome del «Long Covid», gli studi
Le conseguenze del contagio non passano in fretta: il Long Covid, ovvero i sintomi di malattia che continuano per diverso tempo anche dopo la fine dell’infezione virale, colpisce anche i più piccoli e i giovanissimi. Circa uno su 3 a distanza di mesi dalla fase acuta della malattia, sembra avere ancora almeno un sintomo, dal mal di testa all’insonnia.
Primo del suo genere, lo studio, ha preso in esame uno scaglione di 129 bambini e ragazzi tra 5 e 18 anni con diagnosi di Covid-19 e valutati in pronto soccorso, reparto o in ambulatorio durante la prima e la seconda ondata pandemica. La maggior parte aveva sintomi lievi al momento della diagnosi e 33 erano asintomatici.
Un terzo del campione iniziale ha riportato sintomi, più o meno evidenti, a distanza di mesi e i più frequenti erano dolori muscolari o articolari, cefalea, disturbi del sonno, dolore toracico o sensazione di costrizione toracica, palpitazioni. In particolare, 68 bambini sono stati valutati anche a distanza di 120 giorni e il 51% di questi riportava almeno un sintomo persistente, in molti casi con ripercussioni nelle attività quotidiane. Rivalutati a 160 giorni, il numero di chi riportava un sintomo era sceso al 36%.
Quali sono i pericoli per la salute infantile?
In generale, i virus appartenenti alla famiglia dei coronavirus sono responsabili di circa 1/5 delle polmoniti virali, e la polmonite è tuttora la prima causa diretta di mortalità infantile a livello globale, con circa 800.000 decessi annui tra i bambini di età compresa tra 0 e 5 anni (153.000 tra neonati di età inferiore a un mese), pari a un decesso ogni 39 secondi. La polmonite è una malattia killer dell’infanzia perché i bambini, insieme agli anziani e ai malati cronici, sono i soggetti più vulnerabili alle infezioni respiratorie acute. A essere a rischio sono soprattutto i neonati e i bambini sotto i 2 anni di età, a causa della fisiologica immaturità del sistema immunitario. I bambini immunodepressi sono esposti a un rischio particolarmente elevato.
Tuttavia, nell’epidemia di Covid-19 in corso si rileva un numero di infezioni tra i bambini e i ragazzi di gran lunga inferiore rispetto a quanto avviene in altri contesti epidemici. L’età media dei contagi nel nostro paese è di 62 anni, mentre l’età media dei decessi è 79 anni.
Bambini e Covid-19: l’impatto sul benessere e altri aspetti di salute
Ma cos’è esattamente la paura e perché la proviamo? Come riuscire a sconfiggere questo senso di impotenza e di ansia e tornare a condurre una vita normale? Non sappiamo ancora quando potremo tornare alla normalità e, neppure, se davvero potrà tornare tutto come prima.
Una limitata dose di paura e allerta sono necessarie, anzi fondamentali, a ben pensarci, in questa situazione per potersi attivare, senza perdere lucidità, anche solo per osservare le regole idonee di protezione come usare la mascherina, lavarsi bene e spesso le mani, rispettare la distanza sociale.
Come potrebbero affrontare i bambini delle modifiche delle nostre abitudini come, per esempio, l’utilizzo della mascherina prolungata nel tempo? Sicuramente i bambini possono adattarsi a delle norme, quindi alle norme di igiene e di prevenzione: anche alla mascherina. Se dovesse diventare una normalità per tutti, adulti e amici, diventerebbe una normalità anche per loro.
Ovvio, però, che una cosa del genere genererebbe una percezione del rischio maggiore: c’è un messaggio che viene veicolato di “pericolosità” nei rapporti umani. L’attenzione, quindi, dovrebbe correre sul trovare il giusto equilibrio tra la norma che tutela la nostra salute e la necessità di non esagerare nel veicolare troppo il messaggio di pericolosità, figlio della paura, dello stress e dell’ansia.
L’esperienza familiare
I bambini vivono le stesse esperienze delle loro famiglie: hanno quindi sperimentato la scomparsa di persone care – per lo più i nonni; hanno genitori che lavorano “in prima linea” contro il virus, o che hanno smesso di lavorare da tempo, o che hanno perso il lavoro o che lavorano da casa. Possiamo, comprensibilmente, aspettarci che queste esperienze impattino o impatteranno sulla loro salute, soprattutto mentale.
Le associazioni per i diritti dei bambini, la chiusura delle scuole e dei servizi per l’infanzia
Più in generale, e fin dalle prime fasi della pandemia, associazioni come Human Rights Watch che indaga su abusi, minoranze e soggetti fragili all’interno di diverse società hanno preso in considerazione diversi aspetti che impattano sulla vita dei bambini del mondo, dal 2020, sotto il segno della Covid-19 e i passi che i governi dovrebbero intraprendere per mitigarne gli effetti e migliorare in senso lato la salute dei bambini anche dopo l’epidemia. Un lungo elenco di altre associazioni: WHO,Unicef, the Global Partnership to End Violence Against Children – solo per citarne alcune – hanno puntato sulle famiglie, soprattutto quelle più fragili, con lo scopo di aiutare i genitori a comunicare con i bambini per diversi aspetti dell’epidemia e come aiutarli.
Un aspetto a cui solo recentemente è stata posta attenzione anche in Italia è quello della chiusura delle scuole e dei servizi per l’infanzia e delle ricadute sulla salute dei bambini, dai piccolissimi agli adolescenti. In Italia hanno interrotto la scuola oltre 9.040.000 bambini e ragazzi e oltre un milione di bimbi dei nidi e dei servizi educativi della prima infanzia.
Una cosa è certa ovvero che la situazione di confinamento, lockdown prima e quella della semi-libertà “del dopo”, ha determinato una condizione di stress notevolmente diffusa con ripercussioni significative a livello non solo della salute fisica, ma anche di quella emozionale-psichica, dei genitori e dei bambini.
Il linguaggio dei bambini, però, alla fin fine, viene, spesso, in soccorso con il suo carico di bellezza, speranza, magia fatta di colori, fantasia, analogie, storie e favole. Corona Virus rimanda alla parola “Corona” perché il virus si comporta come un Re tiranno, rendendo i popoli suoi sudditi, costringendoli a piegarsi alla sua volontà feroce…
Eppure, mi piace pensare che, in ogni storia/favola che si rispetti, ci sia sempre un finale, il tanto atteso “happy-end”«…e vissero per sempre felici e contenti».
Sono nata a Modena, correva l’anno 1972, modenese da generazioni (e me ne vanto), ma ligure di adozione dal 2007. La mia Genova, un po’ matrigna. Ti respinge, ma poi ti ama… Ho sempre sognato di fare la scrittrice: ero convinta che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo. Reporter di viaggi e inviata stampa, per vent’anni, esclusivamente sulla carta stampata, tra premi letterari e il profumo di qualche libro a mia firma. E poi? Un balzo sul digitale, nell’anno bisestile e, dulcis, al tempo del Coronavirus. Amante viscerale degli animali, della natura, del mare, dell’avventura, del viaggiare al di là dei confini del mappamondo per raccontare i veri luoghi e la vera vita della gente del mondo. Appassionata di comunicazione, letteratura di viaggio, sociale, cronaca di vita, fotografia, musica e libri. E di racconti, di storie, di tante storie da raccontare…
La fine ci sarà, sicuramente, ma in mezzo, bambini e anziani sono le fasce più fragili, sì. E, tutte le altre, sebbene appesantite, reggono di più. Grazie Monica e in alto i cuori.
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Ascari Monica 4 anni Ago
Purtroppo i bambini ,sono quelli che ne soffrono di più , speriamo esista una fine per questa pandemia ,siamo tutti e quanti in crisi.
Autore 4 anni Ago
La fine ci sarà, sicuramente, ma in mezzo, bambini e anziani sono le fasce più fragili, sì. E, tutte le altre, sebbene appesantite, reggono di più. Grazie Monica e in alto i cuori.
Giuliana 4 anni Ago
Cara Milena, ti ringrazio per aver scritto questo articolo che condividerò con mio figlio.
C’è tanto bisogno di persone come te!
Autore 4 anni Ago
Cara Giuliana e, reciprocamente, di lettrici, sensibili e attente come te! Onorata della stima e condivisione…